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 2016  maggio 24 Martedì calendario

Atene ha fatto la sua parte, ora l’Eurogruppo deve sbloccare il negoziato e ristrutturare il debito

«Il messaggio per i leader europei è chiaro: la Grecia ha fatto in pieno la sua parte, ora l’Eurogruppo dovrà assumersi le sue responsabilità». Alla vigilia del vertice che dovrà decidere se sbloccare nuovi aiuti a favore di Atene, il premier Alexis Tsipras, ha rimarcato i risultati raggiunti dal suo governo. 
Il Parlamento ha approvato domenica notte – tra le proteste di migliaia di cittadini che continuano a manifestare in Piazza Syntagma – un ulteriore pacchetto di misure per risanare il bilancio pubblico, nuove tasse e nuovi tagli impopolari ma necessari a convincere i creditori internazionali: «Abbiamo fatto i compiti a casa con attenzione», ha affermato Tsipras. La manovra approvata a maggioranza dalla coalizione che sostiene il premier – formata da Syriza e Anel, il partito nazionalista – presenta alcuni elementi di rottura con il passato: primo fra tutti la possibilità che quanto promesso venga realizzato. «I greci hanno già pagato moltissimo e forse per la prima volta possiamo affermare che questi saranno gli ultimi sacrifici che chiederemo», ha spiegato Tsipras. 
Il Parlamento ha dato il via libera all’aumento dell’Iva (dal 23 al 24% su diversi prodotti, fra cui benzina, sigarette, caffè, utilizzo di internet, pay tv e beni di lusso), ha introdotto un’ulteriore tassa di soggiorno, ha deciso un incremento delle imposte patrimoniali e ha abolito alcune agevolazioni fiscali per le isole. Le correzioni di bilancio approvate valgono circa 1,8 miliardi di euro e si sommano ai 3,6 miliardi di tagli alla spesa e nuove entrate varati due settimane fa (soprattutto modificando il sistema pensionistico e le imposte sui redditi) per un totale di 5,4 miliardi. Il governo greco si è anche impegnato ad attivare – come richiesto direttamente dalla Germania – un nuovo fondo, denominato Società di partecipazioni pubbliche, per gestire le privatizzazioni accelerando la vendita di migliaia di asset immobiliari pubblici. 
Atene ha cercato di sbloccare il negoziato con Bruxelles e con l’Fmi anche legandosi a un meccanismo automatico di aggiustamento dei conti – per un importo del 2% del Pil – nel caso in cui l’avanzo primario non dovesse raggiungere il 3,5% del Pil entro il 2018. Un obiettivo non lontano dalla realtà secondo la Commissione Ue ma «irrealistico, soprattutto dopo una prolungata recessione e quando si è alle prese con un’elevata disoccupazione strutturale», secondo l’analisi dell’Fmi. 
L’Eurogruppo di oggi si apre dunque con un certo favore nei confronti della Grecia: solo con i negoziati tra i 19 ministri delle Finanze si potrà definire l’importo degli aiuti per Atene. Nei giorni scorsi si era stimato un fabbisogno di circa 5 miliardi; ieri l’agenzia Bloomberg ha diffuso i contenuti di un documento della Commissione secondo il quale Atene potrebbe ricevere 11 miliardi per coprire le proprie necessità finanziarie fino a novembre: 3,8 miliardi per pagare gli arretrati e 7,2 miliardi per far fronte al costo del debito, includendo 2,3 miliardi di euro dovuti alla Bce in luglio. 
«Un passo chiave è stato compiuto verso la conclusione della prima fase del programma greco, auspico e desidero un accordo all’Eurogruppo», ha detto ieri il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, riferendosi ai nuovi tagli alla spesa e agli aumenti delle tasse approvati dal Parlamento greco. «L’aggiustamento automatico incluso da Atene nella legge appena approvata è un meccanismo che servirà solo in caso di emergenza, ma che non verrà utilizzato perché basteranno le riforme», ha spiegato Moscovici aggiungendo tuttavia che «si tratta di un elemento importante per rassicurare i partner sugli impegni presi». Positiva anche la reazione dei mercati: il rendimento dei titoli decennali del debito greco è sceso ieri al 7,04% segnando il livello più basso dallo scorso novembre. 
«Spero si arrivi ad un accordo e che dopo ritorni la fiducia degli investitori verso la Grecia», ha affermato anche il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Lo stesso Dijsselbloem ha sottolineando che l’Eurogruppo di oggi «parlerà seriamente» di una riduzione del debito greco per la prima volta e la Commissione guidata da Jean-Claude Juncker si è detta «pronta a dare il suo contributo nella discussione sulla ristrutturazione del debito greco, dopo che i ministri avranno preso una decisione in tal senso». 
Nonostante i molti dubbi dei governi europei e la dichiarata contrarietà della Germania, il Fondo monetario è tornato ieri a dettare le condizioni per partecipare al programma di aiuti per 86 miliardi di euro concordato la scorsa estate per la Grecia. Per l’istituto guidato da Christine Lagarde serve una ristrutturazione «incondizionata» del debito di Atene, una mossa «fondamentale per dare un segnale forte e credibile sull’impegno dei creditori ufficiali a garantire la sostenibilità del debito, che di per sé potrebbe contribuire ad abbassare il costo di finanziamento sui mercati». Per assicurare la sostenibilità del debito della Grecia il Fmi propone inoltre l’adozione di un «tasso di interesse fisso su livelli bassi per un periodo esteso, che non superi l’1,5% fino al 2040».