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 2016  maggio 24 Martedì calendario

«Vi invito a riflettere se una mia espulsione faccia il bene del M5S o di chi spera che il M5S si indebolisca». Pizzarotti gioca d’anticipo e controattacca il direttorio



Federico Pizzarotti ha giocato d’anticipo. Su twitter aveva detto che avrebbe illustrato oggi all’opinione pubblica le sue “controdeduzioni” – consegnate al direttorio del M5S domenica – invece ha deciso di non aspettare oltre e l’ha fatto ieri. Una scelta che è dovuta ad alcune voci che erano circolate di un’espulsione immediata e rapidissima, che l’avrebbe costretto a giocare all’inseguimento, almeno sui media.
Perciò ieri ha contrattaccato. Il suo dossier era stato già largamente anticipato alla Stampa, il sindaco ha confermato che non esiste nessun articolo di un regolamento che lui abbia violato, e che, se esistesse un regolamento che impone di comunicare un avviso di garanzia sarebbe da «considerarsi ancor più che nullo, giuridicamente inesistente». Su questi presupposti, una sua causa contro un’eventuale espulsione sarebbe certa. Il “processo” che subisce, ha detto in questi gioni Pizzarotti, «ha un sapore da Fattoria degli animali, tra regole inesistenti ed espressioni come “controdeduzioni”»; insomma, dice il sindaco, oltre che «iniquo e illegittimo, è espressione di un evidente caso di abuso del diritto».
Ma ieri Pizzarotti ha aggiunto anche alcune considerazioni politiche interessanti. «Molte persone, anche con responsabilità all’interno del Movimento, sia online che durante gli eventi, raccontano falsità come verità, creando confusione e un clima di caccia alle streghe», ha sostenuto. «Siete dei bugiardi dalla doppia morale», è il messaggio che Pizzarotti manda a Di Maio e Fico, i due personaggi più influenti del direttorio. «Vi invito a riflettere se una mia espulsione faccia il bene del M5S o di chi spera che il M5S si indebolisca». «Non sono perfetto», spiega, «ma in quest’ultimo anno sono stato lasciato completamente solo». Poi ricorda alcune cose: la retromarcia sulla tv, o la necessità di darsi un’organizzazione, erano state molto caldeggiate proprio da Pizzarotti, e lui per questo fu chiamato «traditore»; oggi il direttorio è in tv da mattina a sera, e la stessa struttura del direttorio (o dell’associazione Rousseau) risponde all’esigenza che sollevò Pizzarotti, dare un po’ di forma al Movimento. 
«Oggi a ripensare a certe cose viene quasi da sorridere – sottolinea il sindaco – per oltre un anno ho ripetuto che le televisioni restano importanti ed era un autogol lasciarle interamente ai partiti eppure per qualcuno, già allora, bastava per considerarmi un elemento estraneo. Oggi la nostra presenza in tv è costante». Oppure: «Chiedevo una forma organizzativa che permettesse maggior raccordo tra i vari eletti e venivo accusato di voler fare un partito. Nel tempo invece abbiamo istituito diversi organi, dal direttorio ai responsabili delle varie funzioni di Rousseau». 
Se la sospensione sarà revocata (ipotesi più che remota), lui sarà felice, ma pone delle condizioni politiche. La più sostanziale è questa: tornino i meet up. «Garantire a eletti e attivisti la possibilità di esprimere idee, discutere e stabilire regole chiare – attraverso tavoli di discussione e meet up nazionali».
Il direttorio non è intenzionato ad arretrare, e a questo punto neanche può; «avremo un po’ di casino una settimana e poi non se ne parlerà più», diceva sempre Gianroberto Casaleggio al più intelligente dei suoi quando bisognava cacciare un non allineato. L’unica cosa: Di Maio potrebbe decidere di aspettare dopo le elezioni per liquidare la pratica Pizzarotti. Il Movimento un contraccolpo l’ha già accusato, per via della storia esemplare di Parma.