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 2016  maggio 06 Venerdì calendario

Intanto a Telejato

Chi di spada ferisce di spada ferisce’’, titola, alludendo al complotto, il tg di Telejato che si chiude con l’editoriale di Salvo Vitale: “La cosa più triste è la vicenda dei due cani ammazzati, lui l’ha spacciata per intimidazione mafiosa invece è stato il gesto, pare, di un marito cornuto: mi aspetto da Pino spiegazioni nella sua stessa tv, altrimenti lo manderò a fare in culo, come ho fatto in altre occasioni, ma questa volta senza ripensarci’’ dice Vitale, 70 anni. Lui ha lottato contro la mafia a fianco di Peppino Impastato, ora si trova a lottare contro l’A ntimafia giudiziaria a fianco di quello che ne è considerato l’erede e, fino a ieri, anche il suo migliore amico: Pino Maniaci.
In tv lo assolve, ma solo sul piano penale: “È stato un complotto dei magistrati per dimostrare che la sola antimafia è quella che fanno loro, ma come può proclamarsi paladino della legalità uno che va in tv pretendendo di fare paura ai sindaci? Vanno bene le denunce ma non i ricatti’’, dice Vitale. Ora il suo problema è separare il destino di Maniaci da quello di Telejato, che ieri ha continuato a trasmettere il suo telegiornale fiume di un’ora e un quarto affidato alla lettura di un ragazzo arrivato da Bari da quattro giorni, Giuseppe Suriano, con la scaletta redatta dalla figlia Letizia e in redazione altre due ragazze: una è fidanzata del figlio di Maniaci, l’altra è, che è arrivata a Telejato sull’onda della commozione per l’uccisione dei due cani a opera di un marito cornuto, spacciata da Pino per intimidazione mafiosa: “Ho 31 anni e mi sono sentita una bambina di quattro – dice Elisa Martorana –. Sono stata manipolata, e vorrei dirgli: Pino, ma che cazzo ti è saltato in testa? Ieri ho parlato con tanti amici di Bologna e di Roma, ci sentiamo come fratelli a lutto per esserci fidati ciecamente e da Pino ci attendiamo risposte. Oggi mi sembra un uomo confuso, spero che venga fatta chiarezza’’.
Parla davanti i cancelli della tv anche Francesco Buzzotta, storico collaboratore di Telejato: “Pino ha fatto molto per questo paese – dice –. Vent’anni fa la gente non si affacciava neanche da dietro le persiane, non si parlava di legalità e di inquinamento ambientale e adesso se ne può parlare liberamente in piazza grazie a lui, alla sua energia e al suo modo nuovo di raccontare la mafia’’.
E bisogna partire da qui, dal suo linguaggio immediato, popolare, civilmente orientato e schietto, e per questo compreso da tutti, che da vent’anni inchioda allo schermo decine di migliaia di cittadini della valle dello Jato contribuendo alla sua crescita civile oggi non ricambiata, visto che davanti ai cancelli, stamattina, non si è visto nessun partinicese. “Sono felici – dice Vitale –ora che si sono liberati di uno che rompeva i c…ni’’. E che ha costretto la titolare della distilleria Bertolino, la più inquinante d’Europa, a presentare oltre 160 querele che hanno portato l’allora presidente della commissione parlamentare Antimafia, Francesco Forgione, ad assumere per un periodo la direzione della testata per fare da parafulmine alle querele.
“Il destino di Telejato – dice amaramente Vitale – oggi appare segnato. Per troppo tempo si è identificata la tv con il suo fondatore, Maniaci. Non è così, o meglio, non sempre è stato così. Bisogna separare il destino di questa tv coraggiosa dalla millantata potenza di Maniaci, che è un fatto patologico in una tv che sta in piedi per forza. È stato in grado di procurarsi consenso ma non collaboratori: qui sono venuti solo ragazzi dal Nord Italia in cerca di u n’avventura professionale. Il mio appello oggi è rivolto ai giornalisti delle grandi testate nazionali: vengano qui a fare il telegiornale per dimostrare che l’avventura civile e antimafiosa di Telejato non va abbandonata’’.
Questa mattina Pino Maniaci sarà sentito dai pubblici ministeri di Palermo con l’assistenza dei suoi legali, Antonio Ingroia e Bartolo Parrino. Se avessi davanti Pino, tu Salvo, che cosa gli diresti? “Che è uno stronzo”.