La Nazione - QN, 5 maggio 2016
La funzionaria che ha denunciato il sindaco di Lodi ha un conflitto. C’entra la sorella
La sua denuncia alla Guardia di Finanza, martedì, ha portato all’arresto del sindaco Simone Uggetti e a un vero e proprio terremoto che da Lodi ha scatenato echi a livello nazionale. E ieri, come sempre, era al lavoro, seduta alla sua scrivania di responsabile del settore Sport e Turismo di Palazzo Broletto. Caterina Uggè non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione nel merito dell’inchiesta. Molte televisioni e giornali l’hanno cercata fin dal mattino. Ma lei si è trincerata dietro un fermo no comment.
«Sono qui cercando di fare il mio lavoro il più seriamente possibile come ho sempre fatto. Io mi sono sempre occupata di sport, turismo, promozione della città. Non è cambiato nulla, per ora sto facendo le cose che facevo ieri e l’altro ieri con la stessa serenità», ha detto, confidando anche di avere invitato vari giornalisti ad andare a vedere qualcosa di Lodi. «Ogni tanto c’è “la bomba”, è una bella cittadina», ha soggiunto. «Anche con i miei colleghi cerchiamo di andare avanti normalmente, com’è giusto che sia, come se nulla fosse», ha concluso ai microfoni di Radio24.
Chi l’ha vista al lavoro la descrive come serena, anche se c’è da scommettere che il suo stato d’animo interiore non sia proprio il massimo della tranquillità. Forse nemmeno si rende conto di essere stata lei a generare il finimondo. Ieri tra i corridoi del Comune di Lodi il clima era teso. Gli arresti hanno scavato un solco profondo.
Era l’8 marzo scorso quando Caterina Uggè ha trovato il coraggio di presentarsi al nucleo di Polizia tributaria delle Fiamme gialle lodigiane per denunciare di essere stata vittima di una «grave e illecita ingerenza posta in essere da parte del sindaco Simone Uggetti e dell’avvocato Cristiano Marini», come si legge nell’ordinanza del gip-.
Il sindaco, il 28 gennaio, aveva manifestato l’intenzione di affidare la gestione delle piscine scoperte direttamente ad Astem. Ma, come obiettato dalla Uggè, questo non era possibile perché la legge regionale 27 del 2006 prevedeva l’assegnazione in via prioritaria a una delle associazioni sportive dilettantistiche. Quindi Uggetti aveva chiesto alla responsabile del settore Sport, la disponibilità ad incontrare l’avvocato Marini, per confrontarsi con lui sulla possibilità dell’affidamento diretto. Poi, dopo varie vicissitudini e pressioni, si arriva al 29 febbraio, tardo pomeriggio di un lunedì, quando il sindaco invita la Uggè a presentarsi nel suo ufficio. E lì, a sorpresa, si trova davanti anche l’avvocato Marini.
La funzionaria registra tutto. «Volevo andarmene, ma non ho trovato il coraggio – ha testimoniato ai finanzieri –. Ho visto sulla scrivania del sindaco una copia del mio bando e del mio capitolato e ho capito di avere interrotto una riunione in cui lo stavano esaminando e correggendo insieme». «Il mio stato confusionale era totale», «il sindaco mi chiedeva un cambiamento dopo l’altro e io cerco di reggere alle insistenze», «fingo di essere disposta a rimettere in discussione ancora tutto, sapendo dentro di me che quel bando non l’avrei più firmato perché veniva totalmente snaturato nel suo equilibrio», ha aggiunto.
E nelle carte si legge anche che il sindaco Uggetti voleva “addolcire la funzionarla” prefigurandole la possibilità di coinvolgere nella gestione delle piscine anche la Sportime, società sportiva, la cui presidente è Lucia Uggè, sorella ai Caterina, fino ad allora sempre esclusa dalla gestione della piscina coperta perché concorrente di Sporting Lodi, realtà ‘predestinata’ per la vittoria del bando.