Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  maggio 05 Giovedì calendario

Non è compito dei magistrati giudicare la «personalità negativa» degli imputati. Anche Michele Serra contro il giudice di Lodi

Se uno psicanalista mi contestasse un reato gli farei presente che non è quello il suo compito, né il suo mestiere; allo stesso modo se un giudice inquirente mi contestasse una “personalità negativa”, gli farei notare che il suo dovere è accertare i reati, non emettere giudizi sulla mia personalità (la cui “negatività”, all’occorrenza, sarà materia dei periti di parte; o dei filosofi della morale; o dei moralisti tout court). È con qualche sconcerto, dunque, che nelle carte inquirenti sul sindaco di Lodi, oltre al materiale che riguarda strettamente il reato che gli viene imputato, si legge che «la personalità negativa dei due imputati porta a ritenere… che gli stessi abbiano potuto gestire la cosa pubblica con modalità illecite». La «personalità negativa», tranne che si stia parlando di Hannibal the Cannibal o di Anders Breivik, non solo non è una prova a carico; è un giudizio non richiesto e del tutto fuori luogo, che mette a repentaglio proprio quella “autonomia della magistratura” per la quale in tanti trepidiamo. I primi tutori della propria autonomia devono essere i magistrati, per esempio evitando interviste televisive di parecchi minuti nelle quali illustrano (molto positivamente, si capisce) il proprio operato, e per esempio ricordandosi che esistono il diritto penale e il diritto civile, non ancora il diritto morale.