Corriere della Sera, 5 maggio 2016
La sfilata di Chanel a L’Avana, con le paillettes sul basco del Che
Il cuore dell’Havana griffato Chanel piace ma anche no. La sfilata del dopo embargo al Paseo del Prado è uno spettacolo meraviglioso per chi sta dalla parte giusta: quella vista show, con ospiti importanti (da Gisele Bundchen a Vin Diesel) arrivati in sgargianti Cadillac. Poi c’è la malinconia, tanta, dei cubani (25 dollari al mese lo stipendio medio), rimasti dall’altra parte delle barricate, ma che avrebbero voluto esserci anziché sognare e basta. Tanto è vero che c’è Tony Castro, terzogenito dell’ex lider máximo Fidel, e dice: «È un onore per tutti i cubani prendere posto qui». Della rivoluzione c’è il basco del Che ricamato o in paillette, il resto è un omaggio agli anni della pre revolution : cappello Panama inclinato, completi maschili over, sottovesti a balze, short, sahariane. Ma sopratutto la «guayabera», la camicia tradizionale, in versione doppia C: dal cotone all’organza. Lagerfeld chiude ballando il mambo. I blogger insistono: è la sua ultima sfilata. È così da anni. Ma sino a che non decidono, hasta Karl siempre!