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 2016  maggio 04 Mercoledì calendario

I giovani italiani non se ne vogliono proprio andare da casa di mamma e papà

E non se ne vogliono andare. Magari perché non possono. Di fatto, restano a casa. Sempre di più, più a lungo che in passato. I giovani italiani invecchiano tra le mura domestiche. Lo conferma la Doxa, nel report mensile curato per l’Osservatorio Findomestic. Il centro studi della società del gruppo Bnp Paribas, che dal 1994 tiene d’occhio mercati e consumatori, ha reso noti i risultati dell’ultima, recente indagine condotta per suo conto dall’istituto di ricerca milanese, incentrata sulle nuove generazioni. Quelle nate dopo il 1980. Secondo l’Inps, andranno in pensione a 75 anni. Intanto càmpano con i soldi di madri e padri.
I numeri dell’Osservatorio sono impietosi: rispetto al 2007, quando il 61% degli under 35 dichiarava di vivere nella casa natale e l’allora ministro Padoa Schioppa coniò per loro il nomignolo «bamboccioni», nel 2014 la percentuale è salita al 66%. Nel resto d’Europa, dove pure il tasso è in crescita, si è passati dal 47 al 49%. Dati statisticamente inoppugnabili, basati sulle rilevazioni Eurostat, che spiegano molto se letti nel contesto dell’inchiesta Doxa, effettuata ad aprile su un campione ponderato di 519 intervistati (il 59% dei quali uomini), di età compresa tra i 18 e i 64 anni, con in tasca una laurea (1 su 5). Risultati: chi sceglie di non staccarsi dai portafogli di mamma e papà (il 79% dei maschi contro il 69% delle donne) lo fa «essenzialmente perché non autonomo dal punto di vista economico». Per la maggior parte degli interpellati (58%) «il prerequisito fondamentale per una vita autonoma è avere un lavoro». Che spesso non c’è. Ma che a pesare vi sia ormai anche un atteggiamento culturale lo dimostra la circostanza che il 75% del campione ritenga che pure quando si vada a vivere da soli «sia giusto che i genitori aiutino i figli». Un sostegno, quello della famiglia, considerato necessario per l’acquisto dell’abitazione o il saldo dell’affitto (così il 67%), mentre un quarto degli esaminati aggiunge all’elenco il pagamento delle bollette ed il 22% il contributo che i genitori-nonni possono dare nella gestione dei bambini.
E la politica il governo in particolare – ha molto di cui preoccuparsi. E in qualche caso scusarsi. La tanto strombazzata ripresa, ad esempio: se c’è, i millennials (i nati tra l’Ottanta e il Duemila) non la vedono. Quel che è peggio, non se ne sentono beneficiati. Sempre per Doxa ed Osservatorio, «la soddisfazione degli italiani per la propria situazione personale e per il Paese è in lieve calo rispetto al mese precedente, stabile rispetto a 12 mesi prima». E la leggera flessione del tasso di disoccupazione giovanile non stimola più di tanto fiducia e aspettative, con ripercussioni sui consumi: prendendo per base il 2015, diminuisce la quota di coloro i quali pensano di acquistare casa, auto, elettrodomestici.
C’era una volta la speranza. Adesso, probabilmente, è morta pure quella. Di vecchiaia, nel vaso di Pandora.