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 2016  maggio 04 Mercoledì calendario

Se ai disabili tocca pure insegnare ai manager come superare le difficoltà. L’ultima trovata della L’Oréal

Le maschere bianche, neutre, annullano le differenze, nascondono le fragilità di ciascuno in questa classe di recitazione speciale, dove ragazzi disabili insegnano a giovani manager l’arte della resilienza. Una parola che nella fisica ha un significato preciso: capacità di un materiale di sopportare un urto. Nella vita reale il materiale è umano. E la resilienza fa la differenza tra chi cede alle intemperie della vita e chi le affronta con forza. Resistere, resistere, resistere. E chi meglio di una persona che dalla nascita deve convivere con un handicap, con un freno, con un’etichetta, comunque, di diversità, può insegnarci i modi per superare ostacoli? Per trasformare una debolezza in un’opportunità? Così eccoci qui a «L’arte nel cuore», la prima accademia per giovani diversamente abili e non che ospita un corso di formazione per manager voluto dalla L’Oréal. E i risultati ci sono, come spiega Cristina Scocchia, ad di L’Oréal Italia: «I nostri manager hanno imparato che il vero successo, in ogni campo, è il percorso interiore che si realizza superando i propri limiti e propri pregiudizi. Hanno imparato ad esprimere le proprie emozioni, senza filtri. E hanno capito che diversamente abile non è una garbata convezione per indicare una persona con problemi fisici o mentali, ma la definizione giusta di un modo differente di sentire e vedere la realtà».

I gesti chiave
E quando li guardi interagire questi ragazzi capisci che anche la parola disabilità non ha senso, almeno quando viene applicata a una determinata categoria di persone. Siamo tutti disabili. E siamo tutti diversi. Concetti banali, ma ancora non per tutti. E allora diventa straordinario quello che accade in questa stanza piena di specchi, dove Emanuela, una bellissima ragazza down, dal sorriso dolce e gli occhi di un azzurro cielo, prende per mano Stefano, 27 anni, ingegnere, settore business intelligence, e lo guida nell’arte di mostrare le proprie emozioni e di trasformarle insieme all’espressione del corpo e del volto. 
L’insegnante chiede a tutti di fare un gesto «contro», di tirare fuori la rabbia. Si formano le coppie, manager e allievi dell’accademica. Giulia, ha 30 anni, da 8 è in azienda, è una «tosta» sul lavoro, ma qui è come persa. Alessandro la spinge, ma lei è titubante. «Ho paura di fargli del male». Non è facile superare le convenzioni, lasciarsi andare a un sentimento negativo che è dentro di noi ma che le regole sociali impongono di controllare. È Alessandro, una faccia bellissima da attore, un fanciullo in un corpo da uomo, a guidarla. Lei lo segue. E in questo incontro di debolezza e di forza, di diverse normalità, c’è una crescita. Alla fine di questo pomeriggio, Giulia sembra un’altra, non ride più nervosamente, e appare a chi la guarda più profonda, più forte, più vera. È incredibile. 
Emanuela, ragazza down, con un caschetto di capelli alla Lulù, vuole mettere i tacchi per recitare con Alessandro, manager con una passione per Debussy. «Perché con i tacchi una donna è più femminile», dice recitando una scena di «Attrazione fatale». Una delle «donne in carriera», la guarda ammirata e dice. «Lei con questa sua sicurezza trasmette la sensualità. Vorrei essere come lei». E in questa frase si annullano le diversità, mentali, estetiche, fisiche. Sono bastate poche ore per vincere stereotipi, ma anche paure e imbarazzi. «È un momento importante di formazione», dice Andrea Guaraldo, direttore Risorse umane L’Oréal Italia. «La resilienza è una competenza necessaria per i nostri manager». E quando ad insegnare ad affrontare momenti difficili con positività sono ragazzi speciali, come Valeria, Giordano, Alessandro, Emanuela, Ludovica, il risultato è assicurato.