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 2016  maggio 04 Mercoledì calendario

Governarie, così l’M5S prova a mettere su un esecutivo per non farsi trovare impreparato in caso di vittoria

Per governare ci vuole un governo e il M5S sta lavorando per presentare il suo ben prima delle elezioni politiche. Chiusa la fase di riorganizzazione interna seguita alla scomparsa di Casaleggio i vertici del Movimento si sono tuffati nella stesura di una lista di nomi da sottoporre alla rete in un procedimento simile a quello adottato nella scelta del candidato per il Quirinale.
Nessuna preclusione su esperienze politiche pregresse e nomi che garantiscano il dialogo con le imprese e con i partner europei; la necessità dei Cinquestelle è quella di separare il versante movimentista da quello di governo, senza far perdere forza all’uno e all’altro messaggio che costituiscono rispettivamente il core business e la nuova proposta nell’offerta politica del M5S.
I nomi in squadra
Si va dal professor Maurizio Verna, ordinario di patologia clinica alla Sapienza di Roma che occuperebbe il dicastero ombra della Sanità, a Salvatore Settis. L’attuale presidente del consiglio scientifico del Louvre è da sempre nel pantheon degli intellettuali del M5S e pare il nome perfetto per occuparsi dei beni e le attività culturali. C’è Maurizio Dècina, professore del politecnico di Milano, al quale i Cinquestelle affiderebbero le telecomunicazioni. Tra i vagliati per occuparsi dello sport ci sarebbe Sandro Donati, in prima linea nelle battaglie contro il doping nell’atletica leggera. Tanti nomi per l’ambiente, ma quello della fisica Maria Rita d’Orsogna, impegnatissima nella causa del “sì” al referendum sulle trivellazioni sembra al momento il più gradito dai vertici M5S. 
Ma le caselle più complicate da riempire, e infatti ancora vuote, sono quelle degli esteri e dell’economia. Con quelle scelte il Movimento vuole trasmettere il senso di una proposta credibile e in qualche modo rassicurante. Niente personale politico interno, spazio a due nomi, ancora tutti da individuare. In economia l’indentikit è quello di un candidato non anti-euro (quella battaglia è stata messa da parte definitivamente) ma neanche proveniente dalla nomenklatura bancaria europea. I vertici ne parlano utilizzando la definizione di «difensore della centralità dell’economia italiana». Ma di nomi non se ne fanno come anche per la Farnesina. Di tempo, d’altra parte, ce n’è: prima che venga sottoposta una lista ufficiale alla rete degli attivisti si aspetterà l’uscita dal doppio passaggio elettorale delle amministrative e del referendum.