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 2016  maggio 04 Mercoledì calendario

Un quarto dei voucher acquistati dai datori di lavoro non sono stati riscossi dai lavoratori

Un quarto dei voucher acquistati dai datori di lavoro nel 2015 non sono stati riscossi dal lavoratore. Restano chiusi in un cassetto in attesa di essere utilizzati. È questa, secondo la Uil, la prova provata del fatto che il voucher viene talvolta usato come foglia di fico per rapporti di lavoro in nero. Il sindacato guidato da Carmelo Barbagallo ha diffuso ieri uno studio frutto di un’elaborazione su dati Inps. Ne risulta che nel 2015, solo il 76,5% dei voucher acquistati sono stati consegnati al lavoratore. Il valore dei voucher venduti ma non riscossi nel 2015 ammonta a 271 milioni di euro. E dal 2008 al 2015 sono stati venduti 277 milioni di voucher. Dal canto suo il ministero del Lavoro ha riconosciuto come i voucher si prestino a essere utilizzati in modo non appropriato. Tanto che il 22 marzo scorso ha annunciato che i voucher saranno resi tracciabili. Tradotto: «Le imprese che li utilizzeranno dovranno comunicare preventivamente, in modalità telematica, il nominativo e il codice fiscale del lavoratore per il quale verranno utilizzati, insieme con l’indicazione precisa della data e del luogo in cui svolgerà la prestazione lavorativa e della sua durata». Oggi i voucher possono essere utilizzati entro un mese dal loro acquisto. In ogni caso per il sindacato (e in particolare per la Uil) la misura – seppure utile – non basterebbe. La tracciabilità è attesa entro il mese di giugno.