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 2016  maggio 04 Mercoledì calendario

Mantovani, ex assessore alla Sanità della Lombardia, rilasciato dagli arresti domiciliari, torna in aula. Le proteste dei grillini bloccano la seduta

Al microfono risuonano le citazioni di Gramsci e Adenauer mentre la consigliera grillina giura ai cronisti di essere stata insultata. «Mario Mantovani mi ha dato della p...... Ora vado a denunciarlo». Si chiude così la giornata del ritorno al Pirellone dell’ex assessore alla Sanità della Lombardia. Dopo quel 13 ottobre, quando dalla sua villa di Arconate finì nel carcere di San Vittore per corruzione. Quel giorno Mantovani era atteso al Pirellone per le celebrazioni della giornata della trasparenza. Dal carcere agli arresti domiciliari fino alla libertà ritrovata per un vizio di forma, 203 giorni dopo, Mantovani, dimagrito e con un filo di barba, è un semplice consigliere regionale di Forza Italia. Arriva puntuale poco prima delle dieci, ma la notizia del suo ingresso nel palazzo basta a paralizzare i lavori del Consiglio. Lui pretende di parlare in aula, ma i grillini hanno preparato lo show: lo striscione «onestà» è srotolato sul tavolo della presidenza. Arriva anche la Digos, mentre a mezzogiorno si prova a dare il via ai lavori. C’è una piccola claque pro Mantovani tra i banchi del pubblico che contesta i grillini. Il Faraone caduto in disgrazia chiede la parola. Niente da fare, i consiglieri pentastellati gli si parano davanti. Scoppia il caos, e qui, dice la cinque stelle Silvana Carcano, sarebbero volati gli insulti. Seduta sospesa ancora prima di iniziare, due grillini espulsi, veleni e nuovi insulti. Solo alle tre del pomeriggio l’ex vicepresidente lombardo potrà prendere la parola: «Non fuggo, ma affronterò la sfida, che è seconda solo alla morte, nei luoghi affidatimi dagli elettori».