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 2016  maggio 04 Mercoledì calendario

Hollande dice no al Ttip. Ecco perché secondo i francesi il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti non s’ha da fa’

François Hollande contro Barack Obama, l’Europa contro gli Usa. «La Francia dice no. In questa fase dei negoziati ci opponiamo al Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti». Il presidente francese non ha usato mezzi termini commentando le rivelazioni contenute nei “Ttip-Leaks”, le 248 pagine di documenti riservati diffusi lunedì dall’organizzazione ambientalista Greenpeace. Appunti di lavoro sottratti ai negoziatori, che svelavano perché, da tre anni, Unione europea e Stati Uniti non riescono a stabilire le regole di quello che potrebbe essere la più grande area di libero scambio del pianeta, un mercato unico per 850 milioni di persone.
Certo, gli Stati Uniti ostentano ottimismo. Trevor Kincaid, portavoce dell’agenzia governativa che si occupa di commercio, si dice «certo che si raggiungerà presto un accordo che rifletta gli interessi e i valori democratici di entrambe le parti». E di sicuro il Trattato sta molto a cuore a Barack Obama, che proprio ieri lo ha difeso personalmente in un articolo sul Washington Post: «Dobbiamo impedire che siano paesi come la Cina a scrivere le regole di un’economia globale in trasformazione. Non isoliamoci dalle opportunità che l’accordo offre».
Ma dopo i “Leaks” di Greenpeace, l’accordo sui Ttip sembra allontanarsi su entrambi i lati dell’Atlantico. Le rivelazioni hanno messo a nudo le enormi pressioni delle lobby americane per ottenere liberalizzazioni in materie come ambiente, salute pubblica e prodotti alimentari, che calpesterebbero le normative europee, più rigide di quelle americane. «Siamo contro il libero scambio senza regole», ha detto Hollande. «Non firmeremo un accordo che mette a rischio le nostre norme sanitarie, alimentari, sociali, culturali e ambientali». Un intervento giunto poco dopo quello, altrettanto duro, del ministro del Commercio estero francese Matthias Feki. «L’accordo manca di reciprocità», ha denunciato. Facendo capire che Parigi, forte del fatto che il Ttip va ratificato da tutti i 28 paesi Ue, è pronta a fare muro: «Non ci sarà accordo senza la Francia e tanto meno contro la Francia». Era dai tempi dell’opposizione di Parigi all’invasione americana dell’Iraq nel 2003 – quando i repubblicani Usa arrivarono a chiedere di boicottare perfino le french fries, le patatine fritte alla francese – che non si vedeva una contrapposizione così netta fra i due paesi. Senza la Francia, al trattato manca l’ok dell’Europa. E se Obama non riuscirà a ratificarlo entro autunno, il calendario politico potrebbe farlo slittare al 2017, rimettendo tutto in discussione. A novembre si vota negli Usa, dove i due potenziali candidati, la democratica Hillary Clinton e il repubblicano Donald Trump lo hanno – per motivi diversi – già bocciato. A maggio si voterà in Francia e in autunno nell’altrettanto critica Germania. Per il Trattato così com’è potrebbe essere davvero il capolinea.