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 2016  maggio 03 Martedì calendario

Dopo 58 anni la prima crociera americana attracca a Cuba

Erano le nove di mattina all’Avana quando la nave da crociera Adonia della Carnival è entrata ieri in porto proveniente da Miami, e ha riaperto dopo cinquanta anni una delle tratte navali più suggestive e romantiche, e allo stesso tempo drammatiche della storia della navigazione. A bordo c’erano 704 passeggeri americani, incluso una dozzina di ex cubani fuggiti illegalmente dall’isola decenni fa, e che solo due mesi fa sarebbero stati arrestati immediatamente allo sbarco. La legalizzazione del loro viaggio, e di un trasporto comodo e sicuro nel mare che separa i due paesi, è il successo finale di uno sforzo che è durato oltre mezzo secolo.
LA DISTANZA
Ci sono diversi modi di misurare la distanza che separa la via d’acqua tra gli Usa e Cuba. Una è quella geografica: 367 chilometri separano l’Avana da Miami, meno di 150 l’isolotto di Key West, dal quale presto salperà un altro battello di linea alla volta dell’Avana. L’altra è quella temporale: oltre la chiusura dell’ambasciata americana nel 1961, l’ultimo battello turistico americano era arrivato sull’isola nel 1979. Ma la cifra forse più importante e più difficile da calcolare, specie per i cubani che da 58 anni sono rimasti isolati dai parenti e dalla promessa di libertà d’oltremare, è il numero di persone morte nel tentativo di ricucire i margini della ferita così brutalmente aperta dalla chiusura dei rapporti diplomatici. Migliaia di cubani “balseros” sono morti aggrappati a una camera d’aria rappezzata e a due porte issate sui lati dell’improbabile barca come navate, o congelati e annegati nel mare che avevano tentato di attraversare a nuoto, oppure caduti dal vano del carrello di un aereo dove si erano nascosti per il breve volo. L’arrivo della imponente nave crociera nel malandato porto a ridosso delle citta vecchia è avvenuto in un silenzio assorto, carico di ricordi dolorosi.
LA NUOVA RICCHEZZA
Il lutto annegherà presto nei fasti della nuova ricchezza che i cubani sperano di ricavare dal ripristino della tratta bimensile (tre settimane di viaggio, con sosta a Cienfuegos e a Santiago, e biglietti a partire da 2.200 dollari). E con la ricchezza tornerà la memoria del tempo in cui l’America e il mondo intero guardava a Cuba come il più felice tra i parchi giochi dei Caraibi. Per tutta la prima metà del secolo scorso l’Avana è stata la sorella gemella di Miami, appena un po’ più licenziosa, sfarzosa e impunita della città floridiana, ma unita a filo doppio dagli stessi interessi per il turismo, il gioco d’azzardo e il rum, e con lo stesso ritmo della rumba e del mambo a guidare le danze.
GLI ANNI VENTI
Le sue fortune iniziarono negli anni Venti con l’avvento del proibizionismo in America e lo sbarco del mafioso Meyer Lansky, fedele di Lucky Luciano, a Cuba e grande costruttore di alberghi e casinò. La borghesia yankee annoiata dalle nuove leggi e insofferente alla clandestinità degli speakeasy di casa propria, si ritrovava ogni fine settimana presso i moli di Miami e saliva sui battelli a vapore della SS Florida. Alcool e roulette li aspettavano già all’interno della nave, all’inizio di una festa che continuava dopo lo sbarco all’Avana nella zona della Rampa, nel sofisticato quartiere del Vedado. Di giorno le comitive di turisti affollavano i bar Sloppy Joe e La Floridita, entrambi oggi restituiti a nuovi fasti dopo anni di abbandono e il restauro finale. La notte si disperdevano tra i night club Montmartre, Sans Souci e il Tropicana, ebbri della stessa febbre erotica che oggi è dispensata sul demoproletario “Malecon”, il lungomare che costeggia la città.
I VIAGGI DI HEMINGWAY
Tra gli ultimi ad attraversare il mare in senso opposto prima dell’embargo fu Ernest Hemingway, sconfitto da una depressione che nemmeno la pace de La Finca Vigìa e le premure dell’ultima moglie Mary Welsch erano riuscite a placare, e che un anno dopo l’avrebbe portato al suicidio. Nella tenuta alla periferia costiera dell’Avana è ancora conservata la pilotina Pilar con la quale era giunto a Cuba da Key West, e sulla quale aveva condotto tante battute di pesca con il nostromo Gregorio Fuentes, probabile ispiratore de “Il Vecchio e il Mare”.