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 2016  maggio 03 Martedì calendario

La rivoluzione femminile dell’Osservatore Romano: ecco il nuovo inserto Donne, Chiesa, mondo

«Spesso restiamo ancora all’ultimo banco. E da lì osserviamo la vita della Chiesa senza che il nostro contributo venga fino in fondo valorizzato. Eppure qualcosa sta cambiando. E il fatto che oggi a presentare il nuovo mensile vi sia il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin è un segno, oltre che bello, anche benaugurante». Lucetta Scaraffia, coordinatrice da quattro anni di Donne, Chiesa, mondo, l’inserto femminile dell’Osservatore Romano con una redazione tutta al femminile, spiega così la novità di oggi: non solo una nuova veste grafica per la rivista, ma anche un potenziamento di pagine notevole, da quattro a quaranta, tutte a colori. Si tratta di un tentativo unico, nella storia recente del Vaticano, di portare le donne “via dagli ultimi banchi”, verso quella piena valorizzazione che già il Concilio Vaticano II aveva auspicato: «Viene l’ora, l’ora è venuta, in cui la vocazione della donna si completa in pienezza, l’ora in cui la donna acquista nella società un’influenza, un irradiamento, un potere finora mai raggiunto», scrisse Paolo VI chiudendo il Concilio in un messaggio rivolto proprio alle donne.
Dall’ultimo banco è anche il titolo di un libro di Scaraffia in uscita per Marsilio nel quale la storica italiana parla della sua presenza al recente Sinodo dei vescovi: «Dalle ultime file – dice – ho potuto ascoltare e anche dire la mia, seppure io ritenga che la Chiesa possa fare molto di più per considerare e valorizzare noi donne». In ogni caso, in un momento in cui in Italia chiudono molte delle più prestigiose riviste cattoliche, è una notizia il fatto che il Vaticano si impegni in un progetto simile. Non è tanto un questione di ruoli, e cioè di maggiori quote rosa all’interno della Curia, quanto di profezia: «La Chiesa – ha detto Francesco – ha bisogno anche del punto di vista delle donne affinché lo Spirito possa creare. Una Chiesa senza le donne, infatti, è come il collegio apostolico senza Maria». L’aveva capito bene, prima di Francesco, Benedetto XVI. Fu con lui che l’Osservatore aprì l’inserto femminile, dopo che già nel 2007, nella lettera a Gian Maria Vian in occasione della sua nomina a direttore, Papa Ratzinger ricordò come nel Dna del quotidiano vi sia «la comunione di tutte le Chiese locali e il loro radicamento nelle diverse situazioni, in un contesto di sincera amicizia verso le donne e gli uomini del nostro tempo».
Nel nuovo mensile, ai consueti approfondimenti sulle principali questioni legate al ruolo delle donne nella Chiesa, si aggiungono due rubriche, curate dalle sorelle del monastero di Bose: una sull’arte declinata con la sensibilità e l’espressività femminile e una sulla Bibbia. Il rinnovamento, dunque, non è soltanto di forma, ma anche di sostanza, per rispondere al bisogno sempre più sentito di tante donne, non solo cattoliche, di condividere, riflettere e far ascoltare la propria voce. «Donne che portano alla luce, alla conoscenza del mondo, ciò che altre donne hanno da dire o che nel passato hanno detto e scritto, che fanno o hanno fatto», ha scritto ancora Scaraffia nell’editoriale del nuovo numero in uscita.
La redazione del mensile è tutta femminile, interreligiosa e internazionale: oltre a Scaraffia, vi sono Giulia Galeotti, Catherine Aubin, Anna Foa, Rita Mboshu Kongo e Silvina Pérez. Tra le altre firme, fra donne e uomini, cattolici e laici, vi sono quelle di Sylvie Barnay, Enzo Bianchi, Daria Bignardi, Sara Butler, Oddone Camerana, Liliana Cavani, Cristiana Dobner, Isabella Ducrot, Paul-André Durocher, Maurizio Gronchi, Barbara Hallensleben, Melania Mazzucco, Luisa Muraro, Elisabetta Rasy, GianPaolo Salvini, PierAngelo Sequeri, Mariapia Veladiano e Maria Voce.