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 2016  maggio 01 Domenica calendario

Maria Cannata, la pensione e le agenzie di debito

A fine anno andrà in pensione una persona a cui milioni di italiani devono il loro benessere, anche se non hanno mai sentito il suo nome. Maria Cannata. Professione: dirigente del Tesoro, responsabile della divisione che gestisce il debito pubblico.
Cannata, un tempo una professoressa di matematica alle superiori, da anni assicura il finanziamento sul mercato della massa (crescente) di debito del Tesoro.
Ormai è pari a circa 1.850 miliardi, un decimo del debito pubblico del mondo. Questo funzionario dalla vita normale ha tutelato il Paese negli anni più abnormi. Ha garantito che i titoli di Stato trovassero compratori in certe giornate del 2012, quando non era chiaro al mattino se l’Italia alla sera avrebbe evitato un default.
In questo Cannata è una sorta di eroe repubblicano, e beate quelle repubbliche che non hanno bisogno di gente così. Perché questo è il punto.
L’amministrazione in Italia è così fragile che sempre più spesso si fa largo l’idea di risolvere tutto con uomini (meno spesso donne) della provvidenza. Mario Barbuto alla Giustizia, prima che scivolasse anche lui in pensione. Raffaele Cantone contro i corrotti. Diego Piacentini di Amazon all’agenda digitale.
L’uscita di Cannata dev’essere l’occasione per porsi il problema in modo diverso e rafforzare le strutture, invece di partire a caccia del prossimo nome a effetto. Francia e Germania hanno investito in vere e proprie agenzie del debito capaci di attrarre esperti di derivati, giuristi, operatori di mercato.
Invece il rapporto fra il Tesoro e le grandi banche d’affari che intermediano i titoli di Stato è spesso impari. È tempo che l’Italia dimostri di poter funzionare anche senza eroi.