Corriere della Sera, 1 maggio 2016
Morti sul lavoro, questi sono i numeri
Nei primi tre mesi di quest’anno il numero delle morti bianche in Italia diminuisce del 14,6% rispetto allo stesso periodo del 2015: tra gennaio e marzo sono arrivate 176 denunce. Lo scorso anno, però, le denunce di infortuni mortali sono cresciute del 16% se confrontate con il 2014 (pari a 1.172 decessi contro i 1.009 di due anni fa). Il bilancio provvisorio lo traccia l’Inail in occasione del 1° maggio, dopo che il fenomeno degli incidenti sul lavoro, soprattutto mortali, ha fatto registrare un andamento positivo dal 2010 al 2014: nel quinquennio c’è stato infatti un calo degli infortuni del 23,9% e in particolare dei casi mortali del 24,2%. E oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, depone a Roma, in piazzale Pastore, una corona in onore delle vittime sul lavoro.
Dopo avere letto i dati dell’Inail, la segreteria generale della Cisl, Annamaria Furlan, sottolinea: «Sono ancora troppi i morti in Italia, una media di tre al giorno. È un quadro davvero preoccupante. Quando un Paese ha tutti questi infortuni sul lavoro, questa è una sconfitta per tutti, istituzioni, imprese, organismi di controllo, parti sociali».
Gli incidenti complessivi denunciati nel primo trimestre 2016 sono stati 152.573 (-0,8% su base tendenziale), mentre nel 2015 sono stati 632.665 con una flessione del 3,9% rispetto alle 658.514 denunce del 2014. I dati del 2015, precisano dall’Istituto, sono ancora provvisori perché si riferiscono a denunce ancora oggetto di procedimenti istruttori. L’Inail ha anche ribadito «l’impegno per l’efficace tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e per la diffusione e promozione della cultura della prevenzione». Per questi motivi l’Istituto ha investito più di un miliardo e 300 milioni negli ultimi cinque anni. Il sistema di finanziamenti prosegue nel 2016, anche con iniziative speciali per settori a maggior rischio, a cominciare dalla bonifica dell’amianto con un fondo dedicato di 83 milioni.
Tornando sui dati diffusi venerdì dall’Istat sul mercato del lavoro, la Cgia di Mestre sostiene che a festeggiare il 1° maggio sono circa 22 milioni e 500 mila italiani (lavoratori dipendenti più quelli autonomi). «E sebbene gli ultimi dati sulla disoccupazione ci dicono che le cose stanno migliorando – fanno notare gli esperti di Mestre – il nostro Paese continua a registrare dei ritardi occupazionali molto preoccupanti. Tra i 28 Paesi dell’Unione Europea solo la Croazia (55,8%) e la Grecia (50,8) presentano un tasso di occupazione più basso del nostro (56,3)».