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 2016  aprile 29 Venerdì calendario

Ancora sulla corruzione, sperando di scendere finalmente dal caravanserraglio del ’93

Da 10 giorni scrivo Camei sulla corruzione, così fanno molti colleghi, in realtà noi pensiamo di parlare di corruzione, in realtà ci riferiamo a un segmento marginale della stessa (seppur di alto impatto economico), in quanto escludiamo la corruzione di basso-medio livello, sia dei corruttori (comuni cittadini, piccoli imprenditori, partite iva, etc.) sia di quelli da loro corrotti (piccoli funzionari statali, comunali, regionali, partecipate, asl, etc.).
L’aspetto divertente è che su questi fenomeni di bassa cucina corruttiva, noi élite e noi popolo la pensiamo tutti nello stesso modo: che schifo vigili in mutande che bollano il cartellino di presenza, bene fanno le forze dell’ordine a perseguirli, arrestarli, bene fanno i magistrati a metterli in galera, condannarli, anzi dovrebbero essere più cattivi. Se poi, ogni tanto, fanno qualche errore, pazienza, sbagliano i medici, sbaglia Rizzoli, possono sbagliare i magistrati. È la vita, bellezza.
Appena cambiamo l’album di figurine, quando i corrotti sono politici di stazza, specie se del partito in quel momento al governo o alti funzionari pubblici, quando i corruttori sono industriali, banchieri, finanzieri dai lombi aristocratici, tutto cambia.
Alcuni di noi (sono tra questi), non vedono nessuna differenza fra le due categorie, la legge è uguale per tutti, corrotti e corruttori devono essere perseguiti, indipendentemente dallo status, siamo all’antica, sosteniamo ovvie banalità.
Piuttosto, mi chiedo, perché noi cittadini all’antica siamo sempre meno? Perché siamo guardati con fastidio, come si fa con dei miserabili traditori? Perché quando corrotti e corruttori sono di questo tipo scatta un protocollo non scritto che ribalta le responsabilità, spostandole su altri?
Possibile che non si possa uscire dal frusto protocollo del ’93? E ancora, perché con l’arrivo al potere del Pd, versione Partito della Nazione, si sono verificati rapidi salti della quaglia di colleghi, fino a ieri acritici o filo magistrati, diventati imbarazzanti Saint Just al contrario?
Che brutto spettacolo vedere colleghi intelligenti, perbene, diventare improvvisamente embedded di aree culturali palesemente losche.
Per esempio, bene abbiamo fatto e facciamo a considerare gli errori giudiziari verso i poveracci un fatto statistico, seppur gravissimo, ma perché gli stessi errori verso i membri delle élite, statisticamente identici, dovrebbero essere una cosa diversa?
C’è forse una differenza fra i 22 anni in galera del poveraccio Gullotta (innocente) di cui nessuno ha mai parlato (qualche miserabile trafiletto) e l’anno (3 mesi di galera e 9 di domiciliari) del supermanager Scaglia (innocente), tanto citato (giustamente)?
C’è chi parla di boria dei magistrati, definiti presuntuosi fino al midollo e corporativi, in fondo hanno vinto solo un concorso da funzionario statale, si dice, eppure così potenti da far paura alle élite.
Concordo, vorrei pure si concordasse che se le nostre élite (politici o industriali che siano) non vogliono aver a che fare con la giustizia, e lo dimostrano in ogni modo, hanno un metodo infallibile, non compiano reati.
Per non far polemiche inutili non faccio paralleli con l’Italia, pur avendo pronto un lungo elenco di casi (con alcune autentiche chicche), ma qualcuno mi dovrebbe spiegare, come scrivo spesso, perché un Presidente degli Stati Uniti in pochi anni si è costruito un fantozziano patrimonio facendo consulenze a quelli che l’avevano fatto eleggere, senza che gli succeda nulla.
Ovvero come può uno come Tim Cook blaterare di libertà (markettara) e non essere in galera per dispregio alla legge, all’Fbi e a una Corte federale (caso Farook)?
Oppure fingere spudoratamente che lobbying e corruzione siano cose diverse, e che ci siano aziende di successo il cui unico asset è la lobbying corruttiva.
Una proposta operativa. E se facessimo tutti un passo indietro? Non sarebbe il caso che, oltre ai magistrati, anche le élite politiche-industriali-bancarie così piene di boria (storica), compresi noi dei media, scendessimo dal piedistallo? Lo confesso, io non ho mai vinto neppure uno straccio di concorso.