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 2016  aprile 29 Venerdì calendario

Il teorema vincente del Crotone

Pullmini per salire a Modena non ce ne sono più, finiti da giorni, dicono quelli del circolo The World, covo di tifosi del Crotone della prima ora, fin dai tempi della Promozione calabrese quando le avversarie erano il Brancaleone e il Laurabella. Oggi al Braglia basta un punto ed è serie A, trasferta da leggenda, da io c’ero, però i chilometri sono una sfilza, 995, «e poi tanto sabato la squadra torna qua, e sai che festa davanti a lu mare». Appuntamento a mezzogiorno in piazzale Ultras, scritto maiuscolo, ché si chiama proprio così: è l’unico in Italia, assicurano.
L’antica Kroton, 60 mila abitanti e una collezione di ultimi posti in quasi tutte le graduatorie sulla qualità della vita (ne scegliamo una: 31,46% di disoccupazione, nessuno peggio), da settimane è un unico lenzuolone rosso e blu: tutto imbandierato, ville e fontane, palazzine e stabilimenti balneari (già aperti da due mesi), scuole e perfino il municipio. A proposito: il 5 di giugno si vota per le comunali e la campagna elettorale è già scattata, ovviamente col calcio a fare la partita nella partita. «La serie A la giocheremo allo Scida» promette il sindaco uscente Vallone (Pd) anche se bisognerà mettersi sotto alla svelta per portare lo sgarrupato impiantino (dedicato a una gloria locale morta in una trasferta) dagli attuali 9.500 posti a 11.600 e poi, forse, addirittura a 16mila. In effetti un conto è il Lanciano e un conto l’Inter, che si porterà qui tifosi da tutta la Calabria. Chi di sicuro non mancherà è Zu Rafelu, lo zio Raffaello, settant’anni, totem della curva: prima di ogni partita entra in campo e getta un chilo di sale.
Ad ogni modo manca ancora un passettino, anche se i 12 punti di vantaggio sul Trapani, terzo, rendono un po’ ridicole le solite scaramanzie d’ufficio tipiche della situazione. «Adesso basta, mettiamoci la testa e andiamo a prenderci questa promozione, ma voglio anche il primo posto» taglia corto Ivan Juric, 40 anni, croato di Spalato, l’allenatore metallaro («i calciatori non capiscono niente di musica» raccontò alla rivista Rolling Stone ) figlioccio di Gasperini, al quale ha rubacchiato per sua stessa onesta ammissione idee e modulo, 3-4-3. Lo vuole proprio il Genoa, si dice che abbia già in mano il contratto: una bella grana per il controverso patron Vrenna, imprenditore nel ramo smaltimento rifiuti, padre padrone degli Squali dal 1994. Qualche mese fa è stato accostato alla ’Ndrangheta, ma il Tribunale di Crotone ha rigettato la confisca dei beni sostenendo che fosse una vittima. In testa lui ora però ha solo la serie A: «Non faremo le comparse».
C’è da capire se l’ingegnoso d.s. Ursino riuscirà a portare avanti la strategia dei ragazzini in prestito, fin qui vincente (25 anni l’età media, monte ingaggi da 3 milioni, valore di mercato incrementato in otto mesi del 61% grazie a intuizioni come lo sconosciuto Budimir, 16 reti, preso dal St. Pauli) oppure se si affiderà a gente navigata, l’usato sicuro dei mestieranti della A. «Ci penseremo» dice lui. A mano a mano, come cantava Rino Gaetano, uno dei due simboli della città, essendoci nato nel 1950. L’altro è Pitagora, che ci ha vissuto. Fantasia e razionalità, estro e logica: eccolo, il teorema vincente.