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 2016  aprile 29 Venerdì calendario

In America non si vive poi tanto bene. E Obama si chiede perché

Italia in allarme perché la vita media dei cittadini ha smesso di crescere e fanno discutere le differenze regionali col primato della longevità al Nord. In America (dove l’aspettativa di vita è più bassa) l’età media cresce ancora, ma con enormi differenze tra ricchi e poveri. Recenti indagini mostrano, ad esempio, che i nati nel 1950 (i 66enni di oggi) hanno un’aspettativa di vita di 87,2 anni se appartengono al 10% dei cittadini a reddito più elevato, mentre per il 10% dei più poveri si crolla a 73,6 anni. Per i primi il progresso ottenuto nell’ultimo trentennio è di più di 8 anni, per i secondi di appena otto mesi. Bisogna riflettere su numeri come questi per capire perché negli Stati Uniti, nonostante un’economia che si è ripresa meglio di quella europea, c’è un malessere sociale diffuso che ha radicalizzato lo scontro politico delle presidenziali tanto a destra quanto a sinistra. Ormai arrivato al momento dei bilanci, Barack Obama riflette sull’eredità economica che si lascia alle spalle in una lunga intervista al magazine del New York Times nella quale non nasconde la sua frustrazione per questo diffuso malcontento: «Abbiamo salvato le banche, l’auto, il mercato immobiliare. La disoccupazione, che era al 10%, ora è al 5, 73 mesi consecutivi di crescita dei posti di lavoro, mai successo prima. Ne abbiamo aggiunti 14,4 milioni. E abbiamo ridotto fortemente il deficit pubblico». Vi pare un fallimento? Si chiede un Obama quasi incredulo davanti a Trump che vede un’America sprofondata nel Terzo mondo, ma anche a Hillary Clinton che parla di un Paese che fatica ad arrivare a fine mese. «Forse», si risponde, «non abbiamo saputo comunicare bene quello che abbiamo fatto», come la riforma sanitaria che ha dato per la prima volta un medico a 20 milioni di americani. La realtà è molto più complessa e frastagliata: gli Usa crescono, ma la metà dei guadagni aggiuntivi va al famoso 1%, i cittadini più ricchi, mentre il ceto medio si è impoverito: il reddito annuo della famiglia media è calato di 4.000 dollari rispetto agli anni di Bill Clinton. E quando il reddito incide pesantemente anche sulla lunghezza della vita l’allarme sociale è più che giustificato. Ma non ci sono risposte politiche facili perché le indagini dicono che a pesare negativamente sulla longevità dei poveri, più che la carenza di cure mediche, sono le abitudini sociali: il fumo, la cattiva alimentazione che provoca obesità e diabete, lo scarso esercizio fisico. E qui, forse, contano più le campagne di Michelle delle riforme di Barack.