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 2016  aprile 29 Venerdì calendario

Vi ricordate di Cindy Crawford?

«Come faccio a mantenermi così in forma a cinquant’anni? Alla fine è tutto molto semplice (un primo sorriso radioso, una scossa con la testa ai lunghi capelli)... Non ho mai fumato, bevo molta acqua e non alcol, mangio in modo normale, mi tengo in allenamento.... Viaggio spesso per lavoro, ho molti interessi. Soprattutto (un altro sorriso, stavolta più sincero) ho la mia famiglia. Ho mio marito Rande, i miei due magnifici figli Presley e Kaia, le mie due sorelle». Una vita normale... «Sì, certo, da molti punti di vista. Anche se so bene che da molti altri non lo è...». Comunque una vita molto piena... «Pienissima. Certo. A me piace così».
Il neo più famoso della moda da trent’anni a questa parte e dell’inconscio collettivo di più di una generazione è sempre lì, accanto al labbro superiore sulla sinistra. Il puntino bruno di Cindy Crawford ha resistito alle prime perplessità di alcuni miopi fotografi americani che, all’inizio della sua carriera, tentavano di nasconderlo. Successe anche a Marylin Monroe, altro neo sulla guancia sinistra e altro contrassegno di un mito. Il marchio inconfondibile di Cindy Crawford, autentica icona dei nostri tempi, apparsa su centinaia di copertine di rotocalchi in tutto il mondo e in innumerevoli campagne pubblicitarie, cinquant’anni magnificamente (basta questo avverbio?) compiuti il 20 febbraio, ora splende orgogliosamente, quasi sottolineato dal trucco, su un volto illuminato da un continuo sorriso. Anche se lei è stanca, dopo ore di set romano: ha appena finito, in un palazzo storico romano sotto la direzione di Gabriele Muccino, la lavorazione di uno spot per l’Acqua minerale san Benedetto per i sessant’anni del gruppo. Ma quando risponde alle domande sui suoi cinquant’anni, sulla sua vita matura, appare rilassata, spontanea, allegra come se si fosse appena riposata. Difficile capire se sia il massimo del divismo o, al contrario, dell’antidivismo. Prima di parlare, fa sapere di non voler rispondere a domande sull’ex marito Richard Gere, altra icona dei nostri tempi. Quattro anni di unione dal 1991 al 1995 non molto felice che ancora la inseguono sui media. Di lui ha detto recentemente una rapida frase, «mi ha insegnato come essere famosa, lui lo è sempre stato con eleganza».
L’arte di saper invecchiareÈ la domanda che le fanno in tanti, ora che il 20 febbraio scorso soprattutto dopo la pubblicazione del suo libro autobiografico «Becoming», scritto a quattro mani con Katherine O ‘Leary, storia di una ragazza dell’Illinois che da bambina sognava di diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti ed è invece diventata una star e una top model famosa in tutto il mondo. La ricetta per affrontare l’età? «Come dicevo, non è così difficile. C’è l’alimentazione, certo. Ma è importante anche il continuo movimento. E poi c’è il mio lavoro, scelgo bene i miei impegni. Giro continuamente per il mondo, ho sempre molte curiosità». Inevitabile chiederle se si senta meglio oggi o quando viveva i suoi indimenticabili vent’anni. Una sonora risata: «Io veramente non ricordo più com’ero trent’anni fa... davvero non lo ricordo. E non mi metto a rimpiangere i tempi del college, come capita a tante persone. So solo che oggi, a cinquant’anni, mi sento più a mio agio con me stessa, sono più sicura di me anche per la vita che ho vissuto. Non che io fossi infelice da giovane, questo no. Ma oggi è un’altra cosa. E mi piace molto....». E questa certezza le impedisce di avere paura di invecchiare ancora, inevitabilmente, nel futuro: «Io mi concentro sul presente, vivo questa stagione della mia vita, penso al futuro. Ma nel momento in cui ti senti felice della tua vita, hai raggiunto un buon equilibrio, hai compreso il passato, il futuro non può farti paura». Un segreto per saper invecchiare bene? «Io penso che non ci voglia molto. Io ho un approccio positivo verso la vita, tento di essere felice, mi piace circondarmi di persone care a cui voler bene, non solo la famiglia ma anche gli amici che mi seguono da anni, le persone con cui lavoro». Il fatto che il corpo cambi fa parte del contesto: «Ripeto, penso al presente. Ed è la cosa importante in questo momento». Frase che fa pensare a ciò che ha scritto molto chiaramente nel libro «Becoming»: «La modella è ciò che faccio, non ciò che sono». Un conto lo scatto delle foto, un conto l’identità.
Il significato della felicitàPuò definire la felicità in tre parole? Appena un attimo di esitazione. «Family, and stop». Quindi una sola parola, che ne vale tre: Rande, Presley e Kaia. «Per me è importantissima, è il mio punto di forza, c’è mio marito con i figli, ci sono le mie due sorelle». Che Cindy Crawford cita continuamente, con loro ha diviso il primo grande dolore della sua vita, la scomparsa dell’unico fratello Jeff nel 1974 per leucemia, la battaglia contro quella malattia ora la vede molto impegnata.
A proposito di figli, c’è Kaia che sta emergendo già sulla scena dei media, le somiglia moltissimo, solo che non ha il suo neo, molti giornali giocano sul fatto che fotografate accanto sembrate sorelle... «Sì, lo so, me ne accorgo, lo vedono tutti. Ma io sono concentrata su entrambi i miei figli in un altro senso. Cioè li vedo crescere, li seguo, voglio sostenerli e aiutarli a capire chi sono e cosa vorranno diventare. Cioè loro stessi, indipendentemente da noi genitori. Penso sia un’esperienza bellissima. Vederli andare avanti nella vita è un grande dono, mi sento molto fortunata». Una domanda rapidissima: rimpianti? Un secco «No», nient’altro da aggiungere.
L’Italia e l’allegriaCindy, per esigenze di copione sul set, spalanca una finestra su un cortile cinquecentesco. Il tramonto romano la illumina, lì capisci cosa sia davvero un’icona. Un pensiero sull’Italia? «Ovviamente è meravigliosa, ogni angolo sembra un pezzo di museo, il cibo è fantastico, lavorare qui è un piacere. E poi la gente ti sorride continuamente, è allegra, disponibile. L’ho detto: il segreto è circondarsi di persone che ti sorridono e a cui vuoi bene, qui in Italia da questo punto di vista è bellissimo». Proviamo a crederle, non si sa mai.