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 2016  febbraio 11 Giovedì calendario

In fila, a Firenze, per il vaccino anti-meningite

«Lei ha più di 45 anni? Allora ci dispiace ma se vuole vaccinarsi deve pagare 60 euro». Ore 12, Firenze, azienda sanitaria 10, presidio S. Rosa, al banco delle informazioni una fila preoccupata di persone, cerca risposte sulla vaccinazione antimeningite. In molti gli over 45 visto che anche per loro, residenti nella area della Asl toscana centro, il vaccino da due giorni sarebbe gratuito, se non fosse che ancora ieri mancava la firma nella delibera regionale. «Incredibile, prima ci dicono che c’è un’emergenza, che rischiamo la vita e poi e se la prendono comoda per firmare un pezzo di carta», dice Elvira, 29 anni, che non ci pensa proprio a mettere mano al portafoglio e decide di tornare un’altro giorno. Altri invece rimangono e si prenotano al Cup. «Ho troppa paura», dice Neva, «quando si tratta della salute non si scherza».
E che non si scherzi lo dimostra la decisione di Ministero e Regione di vaccinare gratuitamente tutti i cittadini di qualsiasi età che vivono nell’area della Asl Toscana Centro, corrispondente alle province di Firenze, Prato e Pistoia e i comuni del Valdarno Inferiore nella provincia di Pisa. Per le altre aree della Toscana sopra i 45 anni ci sarà una riduzione del ticket. Ai cittadini preoccupati per la mancanza delle dosi di vaccini risponde l’assessore al diritto alla salute della Regione Toscana Stefania Saccardi; «Sono in arrivo dosi di vaccino sufficienti per far fronte a tutte le necessità della nostra regione. Ho avuto assicurazione in questo senso dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che, come annunciato ieri nel corso dell’incontro al ministero, sta lavorando per reperire le quantità di vaccino necessarie e negoziare i prezzi».
I vertici della Usl che stimano di poter vaccinare «nei prossimi 5 mesi il 70% della popolazione» residente nelle province di Firenze, Prato e Pistoia che ancora non è stata vaccinata (oltre 1 milione e 200 mila persone). Ma fino ad allora chi non vuole aspettare dovrà rivolgersi al privato e pagare 90 euro di vaccino, oltre al medico.
Il dato nuovo di questa epidemia (anche se gli esperti si rifiutano di chiamarla così) è che colpisce gli adulti. Salvi i bambini e i giovani che sono già stati sottoposti a vaccinazione. E infatti nelle scuole non si respira agitazione. Davanti alla elementare Montebello, pochi passi dalla Leopolda, un capannello di signore aspetta i figli: «l’importante è che i bambini siano tutti vaccinati, e la scuola deve pretenderlo. Per adesso siamo tranquille».
Esiste una sola via per la prevenzione: la vaccinazione, come spiega Chiara Azzari, immunologa. «Se i bambini e gli adolescenti non fossero stati vaccinati i casi sarebbero stati molto più numerosi. Avremmo avuto allora si una vera epidemia». Ed è lei che qui all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze con la sua squadra ha inventato e brevettato un sistema di diagnosi batteriologica molecolare grazie al quale si può individuare il batterio responsabile della meningite in maniera sicura e soprattutto rapida. Perché il tempo può essere nemico o amico in questa battaglia visto che questi germi sono capaci «rapidamente di dare malattie più gravi della meningite», spiega l’esperta. «Per esempio la sepsi, quando il batterio entra in circolo nel sangue e si moltiplica». E mentre la meningite (confinata solo al cervello) è mortale nel 7,5 per cento dei casi, la sepsi è mortale nel 20 per cento dei casi. Ed è la responsabile delle morti qui in toscana. Il test molecolare permette di individuare il dna del batterio nel sangue o in qualsiasi liquido biologico e la risposta arriva subito, in 45 minuti. E anche l’organismo mondiale per lo studio delle malattie infettive, il Cdc di Atlanta, ha chiesto al Meyer suggerimenti sul metodo.
La professoressa Azzari spiega che questa moltiplicazione dei casi di meningite in Toscana può essere dovuta proprio a questo nuovo test capace di rilevare in maniera rapida e sicura l’infezione «mentre con il vecchio metodo della coltura la meningite era sottostimata di almeno tre volte».