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 2016  febbraio 11 Giovedì calendario

A luglio esce il sequel di Harry Potter

In rete la notizia circolava da qualche giorno, ieri la conferma ufficiale della casa editrice Scholastic: in estate uscirà un nuovo Harry Potter. In realtà non si tratta di un nuovo romanzo scritto da J.K. Rowling, ma della sceneggiatura dello spettacolo teatrale firmata insieme a Jack Thorne, un autore televisivo di successo. Ma perché lasciarsi scoraggiare da questo dettaglio?, si devono essere detti in casa editrice. Così hanno convinto la Rowling a prestarsi all’operazione, ossia al lancio di Harry Potter and the Cursed Child – questo il titolo dello script – come ottavo capitolo della fortunata saga.
Il libro arriverà nelle librerie inglesi e americane il 31 luglio, ossia il giorno del compleanno di Potter e di Rowling. Il giorno prima, il 30, è prevista la messa in scena dello spettacolo, con oltre trenta attori, la regia di John Tiffany e la supervisione dell’oculata scrittrice. Finito qui? No. Perché dopo la prima uscita editoriale ce ne sarà una seconda, più lussuosa, in cui non si escludono colpi di scena rispetto alla performance teatrale.
Di che si tratta? I siti bene informati tratteggiano il profilo di un sequel, con Harry Potter non più affascinante maghetto ma un maturo impiegato del ministero della Magia, oberato di lavoro e già padre di tre scolaretti. Naturalmente c’è un gran da fare tra il passato che non passa e un figlio ribelle in lotta contro il fardello dell’eredità: il peso di una fama che non ha mai voluto. Inutile dire che l’ultimogenito si chiama Albus, come il mitico Silente rimasto nel cuore di Harry. Insieme padre e figlio scopriranno che l’oscurità può provenire dai luoghi e dalle persone più insospettabili. Al fondo di ogni episodio c’è sempre una lezione di vita e di saggezza.
Sul fenomeno di Harry Potter è stato scritto moltissimo, sia sul piano del mercato editoriale (quattrocento milioni di copie vendute nel mondo) sia su quello del costume. Anche la fibrillazione nel web per questo sequel conferma la vitalità di una suggestione che non muore mai. L’ingrediente del fantasy sposato con quello del romanzo di formazione è una chiave per accedere al successo della saga, moltiplicato dai film e da una serie infinita di imitazioni. Un genere fantasy che per la prima volta viene ambientato non in un’epoca immaginaria né in un altro universo sideralmente distante dal nostro, ma nel mondo reale e in anni a noi contemporanei. E forse il segreto del suo fascino tra i lettori più giovani (ma non solo tra loro) è proprio in questo impasto tra magia e normalità.
Dell’adolescenza l’autrice sembra conoscere ogni sfumatura. La ribellione, le paure, la fiducia/ sfiducia in se stessi, la curiosità, la scoperta dei sentimenti, l’impulsività, in una parola il mistero. Ed è capace di trasferirlo nella pagina attraverso una lingua piana ma mai sciatta.
La serie è composta da sette libri, e ogni volume rappresenta un anno nella vita di Harry Potter, dagli undici ai diciassette. Licenziato il settimo e ultimo volume, la Rowling annunciò la fine della saga, escludendo nel modo più reciso che ci sarebbero state altre puntate («Ho risolto ogni quesito», decretò con una certa solennità). Poi però lasciò aperto uno spiraglio sulla possibilità di realizzare un volume enciclopedico dove mettere tutte le pagine rimaste inedite. Ma anche questa ipotesi è tramontata, con grande delusione dei milioni di fan. Ora l’escamotage dello spettacolo teatrale, una sceneggiatura che diventa spendibile come prosieguo della saga. Si tratta di un’ennesima magia. Basta crederci.