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 2016  febbraio 10 Mercoledì calendario

Un esercito di donne per il Califfo

Nell’estesissimo territorio, tra il 10º e il 25º meridiano Est, che un tempo si chiamava Libia, territorio da tempo smembrato e che non riesce a darsi un governo unitario, la confusione sta aumentando. In rapporti riservati che i servizi dei Paesi occidentali si stanno scambiando in queste ore – e nei quali la parola dell’intelligence italiana mantiene un’alta credibilità – emergono alcuni dati nuovi, non stabilizzanti. 

Nuove formazioni
Il primo riguarda la segnalazione circa il tentativo dell’Isis di formare gruppi composti da sole donne con lo scopo di infiltrarsi nella città di Misurata, sul golfo della Sirte, che con i suoi circa 400.000 abitanti è la terza città per popolazione dopo Tripoli e Bengasi. Una novità, l’ennesima nella sempre cangiante tattica jihadista, da inquadrare in un contesto che resta altamente incerto. Il governo di unità nazionale, sul quale hanno lavorato per più di due anni gli sherpa dell’Onu, proprio in dirittura d’arrivo fatica a prender corpo. 
Gli ambasciatori Onu
La mediazione, affidata in questi anni a due ambasciatori anziché a una personalità politica riconosciuta dalle parti o comunque dotata di carisma internazionale, mostra la corda anche perché non tutte le parti in gioco hanno avuto accesso al tavolo della trattativa. Un handicap tanto più grave in un Paese afflitto da tante divisioni, segnato da microfratture, per effetto di una pletora di tribù, municipalità e milizie separate da ataviche diffidenze e divisioni. 
Il primo appuntamento, quello della nascita del nuovo governo di unità nazionale, per ora è naufragato per la frastagliata opposizione che si sta manifestando nell’assemblea nazionale, una sorta di Parlamento, rappresentativa delle varie anime. Da parte di alcune delle più significative forze in campo – si evidenzia nei rapporti delle intelligence – resta l’opposizione sia alla nascita del governo, sia al Comitato di sicurezza, che dovrebbe presiedere alla formazione del nuovo esercito, chiamato a svolgere un ruolo essenziale in quella realtà: la tutela del nuovo governo. Ed è evidente che senza forze militari unitarie ed affidabili, non può nascere nessun esecutivo.
Combattenti occidentali
Come segnalato più volte nelle ultime settimane la presenza dell’Isis è data in crescita nell’area di Sirte, anche per l’afflusso continuo di nuovi combattenti stranieri, in alcuni casi occidentali. Una vocazione dunque che non accenna a diminuire ma che sembra avvalersi di un effetto-emulazione.
Crisi economica
Grave è anche la situazione a Tobruk: in questo caso per motivi di ordine sociale, in conseguenza di una crisi economica che morde in tutto il Paese e in particolare in questa città-porto di centomila abitanti, collocata nella parte orientale del Paese. E preoccupano anche le proteste degli operai e degli impiegati addetti alla sicurezza e al controllo dei pozzi petroliferi. Una ebollizione diffusa in gran parte del territorio libico e che potrebbe trovare una iniziale risposta da quel governo di unità nazionale che non riesce a decollare.