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 2016  febbraio 09 Martedì calendario

Buttarsi a destra. L’importanza di Callejon e Cuadrado

Dopo aver costruito le proprie fortune sul centrosinistra, ultimamente a Napoli hanno riscoperto la destra. Proprio come a Torino, dove si era sin qui investito più o meno su entrambi i fronti salvo affidarsi per le due ultime gatte da pelare all’uomo di destra: in proprio nel primo caso, con l’imbeccata decisiva da sinistra nel secondo.
Fine del doppio senso. E decodificazione. Né Callejon né Cuadrado sono pedine chiave nelle rispettive squadre. Prima di loro vengono, come minimo, Higuain, Hamsik, Insigne, Jorginho e Koulibaly da una parte, Buffon, Dybala, Bonucci, Marchisio e Pogba dall’altra. Se si parla di produzione offensiva, il grosso del fatturato napoletano è arrivato dalla catena mancina, con Hamsik a imbeccare Insigne e Ghoulam a sostenerli entrambi. Ma da qualche giornata a questa parte, dopo un lungo periodo di lavoro oscuro senza i lampi del passato, è tornato alla ribalta lo spagnolo. Che di base è un giocatore di raccordo, ben disposto al sacrificio sia sul piano fisico che tattico. Ma, nei suoi momenti migliori, ha sia i colpi che la scelta di tempo che il fiuto del gol del guastatore. Il Napoli che faticava con il Carpi a trovare i consueti sbocchi avrebbe risolto la pratica assai prima se Callejon non fosse stato privato di un rigore e di un gol regolare, frutto di due tagli perfetti: mettendo, ebbene sì, il pessimo arbitro Doveri nelle condizioni di un penoso scambio di persona che ha lasciato in dieci gli emiliani.
Più o meno contemporanea alla lievitazione di Callejon, quella di Cuadrado. Che ha caratteristiche diverse, a cominciare dal dribbling secco, ma mansioni più o meno simili: copertura, appoggio, inserimento in velocità, taglio verso il centro. Così aveva fulminato il povero Padelli il giorno in cui era cominciata la rimonta, quattordici giornate fa. Così ha risolto la partita di Frosinone, sempre su cross radente di Alex Sandro, dopo che già quattro giorni prima era stata una sua percussione a costringere il difensore del Genoa all’errore fatale. È vero che Allegri ci ha abituati alle sorprese dell’ultima ora. Ma difficile immaginare che sabato possa rinunciare a una pedina così in forma: a maggior ragione se l’alternativa, Lichtsteiner, dovrà cavarsela da difensore puro per mancanza di alternative.