Corriere della Sera, 8 febbraio 2016
Lo scandalo delle escort nel basket universitario americano
Non siamo ai livelli della stagista alla Casa Bianca, ma siamo pur sempre nel basket Usa. Ci sono i Cardinals di Louisville, squadra del torneo universitario Ncaa, che improvvisamente comunicano di autoescludersi dalla seconda fase. Il motivo è stracarico di imbarazzo e vergogna: da un’inchiesta emerge che la società ha infilato collaudate escort nei letti dei giovani liceali, ovviamente dei più dotati (a basket), per convincerli a scegliere i Cardinals al momento di passare nel campionato dei college. Il reclutamento solitamente funziona così: i ragazzi delle superiori si recano in visita ai campus universitari, in una specie di open-day, e lì fiutano clima, organizzazione, benefit delle singole realtà. È risaputo come spesso gli sbarbati vengano – per così dire – influenzati nella scelta da volontarie delle stesse università, studentesse riunite in smutandate confraternite – mitologica quella dell’Alabama – che si pongono come missione proprio quella, risultando molto persuasive senza neanche tante parole. Per l’orgoglio di college, questo e altro. Spirito di corpo a corpo. Sin qui però è tradizione. Ad affossare i Cardinals è invece la macchina da guerra a pagamento messa in piedi dal dirigente Andre McAgee. Quando lo scandalo esplode, resta sul terreno soprattutto una vittima, un volto celebre del basket americano, un Trap yankee: il coach Rick Pitino. «Sono completamente devastato». È lui, la bandiera, che a mezz’asta annuncia l’eclatante stop: «Così non possiamo andare avanti. Oggi è una giornata di dolore tremendo».Non sembrano esattamente le parole che avremmo ascoltato probabilmente qui, del tipo ma cosa sarà mai, in fondo abbiamo fatto divertire i ragazzini, via, non abbiamo ucciso nessuno, chiediamo sinceramente scusa e chiudiamola lì. Per la serie tutto il mondo è paese, ovunque scoppiano scandali e vergogne. Ma è dopo, quando vengono a galla, che c’è paese e paese.