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 2016  febbraio 05 Venerdì calendario

Chi era Giulio Regeni

Nel piccolo paese che aveva lasciato, ancora adolescente, per seguire l’istinto di conoscere il mondo, Giulio tornava ogni volta che poteva. E portava con sé, tra i cinquemila abitanti di Fiumicello, provincia di Udine, storie e colori di luoghi lontani. Prima gli Stati Uniti, quegli ultimi tre anni di liceo in New Mexico, nel Collegio del Mondo Unito, grazie a una borsa di studio vinta quando ancora era tra i banchi del liceo Petrarca, a Trieste. Poi l’università in Inghilterra, a Oxford e Cambridge, trampolino per il volo in un altro mondo: il medioriente e il Cairo, dov’era da settembre, una tesi sull’economia egiziana da portare a termine all’American University e una collaborazione con il quotidiano il Manifesto,
diffidato ieri dalla famiglia del giovane dal pubblicare l’ultimo articolo inedito sui movimento operai di quel Paese.
Ma le sue radici erano ancora qui. Nella sua casa di via Bonetti, da giorni avvolta nel buio, dove lo aspettavano i suoi genitori, Paola e Claudio, e la sorella Irene; al Centro di aggregazione giovanile, che ora gli verrà intitolato; in Comune, dove sono esposte le bandiere a mezz’asta. Proprio nelle stanze del municipio è custodita la foto di Giulio dodicenne, quando era il “sindaco dei bambini”: la fascia tricolore al collo, i capelli lunghi, il sorriso fiero. Chi lo ha conosciuto e rivisto nelle sue ultime visite in paese, lo ricorda così: «generoso, altruista, pulito». E così lo racconta l’ultima persona che ci ha parlato, via Skype, domenica scorsa, poche ore prima della scomparsa. «Aveva questa idea di farmi un’intervista per creare una pagina su Wikipedia, voleva selezionare i miei lavori e metterli on line – racconta dalla sua abitazione di via Dante, Ivan Bidoli, pittore di 83 anni –. Eravamo a casa dei suoi genitori, la signora Paola gli diceva di stare attento, di non uscire in questi giorni di tensione, con l’anniversario delle proteste anti-Mubarak in piazza Tahir. Lui sorrideva, era tranquillo. Abbiamo parlato per un’ora e mezzo. Ci siamo lasciati dandoci appuntamento a domenica prossima. Ma dal giorno dopo nessuno ha avuto più sue notizie». Ora di quell’intervista, dice amaro l’anziano pittore, non se ne farà più nulla. Evaporata con la morte di Giulio alla periferia del Cairo, insieme alla sua passione per la lingua araba e per il medio Oriente che lo ha tradito, agli ideali che lo portavano a scrivere dei movimenti operai e dei diritti degli egiziani.
«Già al liceo Giulio era una persona con idee chiare», ricorda Fabio Luongo, suo compagno di classe per due anni, al liceo. «Eravamo gli unici due provenienti da Fiumicello. Ci conoscevamo da sempre, giocavamo da bambini vicino a casa, ma in quella classe ci siamo legati ancora di più. Giulio era una persona con ideali veri. Già allora parlava di equità e giustizia sociale. Era appassionato di politica, discuteva spesso con gli altri compagni di libertà di stampa e diritti dei lavoratori. Amava Pier Paolo Pasolini e le sue battaglie. Siamo stati bene insieme, quando lui è andato in America siamo rimasti per un po’ in contatto, poi ci siamo persi di vista». Dopo anni, Fabio ha ritrovato il suo amico sulle pagine dei giornali e in tv. «Ho visto che era in Egitto proprio per le ricerche sui diritti dei lavoratori. Credo che per lui non fosse solo studio, ma anche impegno personale in quella società. Potrebbe aver pagato per la sua voglia di giustizia».
Dal giorno della scomparsa, a Fiumicello si è rimasti col fiato sospeso, nella speranza che arrivasse una buona notizia e Giulio tornasse come sempre in paese. «Tutti noi abbiamo perso molto, non solo la famiglia – dice in lacrime Michela Vanni, ex insegnante di teatro di Giulio –. Aspettavamo che potesse avere un ruolo anche a Fiumicello. Lo ricordo con un bel sorriso, perché quando sorrideva gli ridevano anche gli occhi». Per giorni la speranza ha viaggiato anche su Twitter e i social network. E ieri, su Facebook, lo hanno ricordato anche i suoi ex compagni del Collegio del mondo unito. «Giulio era un ragazzo entusiasta e pieno di curiosità che ha deciso di abbracciare il mondo per seguire i suoi sogni – hanno scritto sul profilo dell’associazione -. Onoreremo la sua memoria continuando con ancora maggiore impegno a promuovere la pace e il dialogo tra i popoli».