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 2016  febbraio 05 Venerdì calendario

Anche sindacati e ambasciate pagano affitti ridicoli a Roma

L’ufficio culturale dell’ambasciata araba d’Egitto è una sfinge incastonata nel parco di Colle Oppio, quello che porta dritti dritti al Colosseo. È sempre chiusa e silenziosa. Questa villetta di tre piani, con giardino, paga d’affitto al Campidoglio 4 euro al mese (51 all’anno). Non ci sono solo i partiti nella lista degli immobili dati in concessione da «Mamma Roma» a prezzi a dir poco stracciati. Nei fogli Excel del Comune c’è un mondo: sindacati, ministeri, associazioni di tutti i tipi. Oltre cento pezzi a prezzi scontatissimi. Un mondo che dall’Egitto arriva fino alla Gran Bretagna e passa per la Francia. Gli inglesi per un locale in via XX Settembre, a pochi passi dall’ingresso della loro sede, sborsano 402 euro all’anno. Non si fanno parlare dietro i cugini d’Oltralpe che sempre nella stessa via per un «fabbricato» tirano fuori meno di 400 euro al mese. Trattamenti speciali per le feluche, ma anche per i garibaldini. A Monteverde, in via di Porta di San Pancrazio, i reduci dell’associazione nazionale che si rifà all’eroe dei Due mondi sono ospitati in un palazzetto che frutta al Comune 1.116 euro all’anno. Cifra simbolica, trattandosi di Garibaldi. Sarebbe interessante conoscere i reduci, questo sì.
Basta scorrere nomi e luoghi per capire che forse qualcosa che non va c’è nella gestione del patrimonio capitolino. «Oltre 30 anni di vita di relazioni tra poteri a Roma», taglia corto Riccardo Magi, segretario dei Radicali. Già dai titolari di certi canoni si capisce molto.
L’ “Associazione italiana per il consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa”, dicitura impegnativa e scopo ancora da esplorare, si trova adagiata in un locale con vista su Fontana di Trevi e paga per lo sforzo come l’affitto di una famiglia normale in periferia: 1.000 euro ogni 27 del mese. Nel muro di nebbia che avvolge tutta questa faccenda c’è per esempio anche il circolo della Pipa Fausto Fincato: il prestigioso club di fumatori per una sede di un certo livello paga circa 600 euro al mese.
LE STORIE
Nella lista trovano ospitalità: enti religiosi e pubblici (molti ministeri) le Asl. In alcuni va detto il canone è quasi civile. Altro capitolo a parte per i sindacati. Che insieme ai partiti politici si dividono fette di privilegi. All’Esquilino la Cisl Roma e Lazio «abita» in un palazzo di via Ferruccio. L’organizzazione della Furlan per stare comoda occupa il secondo, il terzo, il quarto, il quinto piano e, visto che c’è, anche l’attico. Un intero palazzo per la difesa dei lavoratori a 3mila euro al mese. Con la stessa cifra da queste parti si prendono in affitto due appartamenti. E nemmeno da farci troppe feste dentro. Anche la Cgil non è da meno, nel IV municipio, in piazza Balsamo Crivelli, c’è la sede dei pensionati, zoccolo duro del sindacato. Anche qui: 202 euro. Va peggio ai cigiellini del IX municipio: 314. Trattamento di favore anche per i pensionati della Cisl di San Giovanni Appio Tuscolano: 291.
E si potrebbe continuare all’infinito con la storia di queste concessioni quasi regalate o, comunque affidate con estrema discrezionalità chissà da chi e chissà quando. Anche perché c’è un business nel business: molti di questi immobili ospitano circoli dove si fa teatro, danza e sport. Peccato che le iscrizioni a queste attività non siano gratuite, ovviamente. Nel frattempo, avanti c’è posto: associazione studenti biblici, assemblee di Dio in Italia, Civiltà mediterranea a Roma, compagnia Mangiafuoco e via così. E il prezzo non cambia quasi mai per tutti. Detto questo potevano mancare nella lista l’unione degli inquilini? Certo che no.