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 2015  dicembre 01 Martedì calendario

Il marito della Chaouqui non porta più la fede perché è ingrassato

«Mi andresti a prendere la pasticca contro la nausea?». «Ma guarda bene nella borsa: l’avevi presa questa mattina. No? Va bene, vado subito». A vederlo così premuroso non sembra il marito di «copertura» descritto da monsignor Lucio Vallejo Balda. Lui, Corrado Lanino, sposo di Francesca Immacolata Chaouqui, scuote la barba, indica la pancia di lei e sorride: «Talmente di copertura che ci sto facendo un figlio». Poi, apparentemente sereno, nel giorno in cui il processo Vatileaks slitta al 7 dicembre, ascolta lei alzare il livello delle rivelazioni: «Mentre sistemavamo l’archivio della commissione abbiamo trovato carte che non dovevano essere lì. Dimostravano pressioni gravissime. E fecero temere alle persone vicine al Santo Padre che ci fosse un tentativo di “colpo di Stato”». Addirittura? Quali? «Particolari non posso darne, c’è il segreto vaticano».  
Signor Lanino, siete indagati entrambi, lei è il marito più chiacchierato d’Italia. Cosa c’è da sorridere?  
«Non abbiamo fatto niente di quello di cui ci accusano».  
Nemmeno la truffa di Terni?  
«Chiederemo subito di essere ascoltati. Non ne sappiamo nulla. A Terni andammo una sola volta tanti anni fa in vacanza». («Un giorno. Se dici vacanza sembra che ci abbiamo passato l’estate», lo rimbrotta lei).  
Viene accusato di aver carpito segreti informatici e averli usati per ricatti.  
«Assolutamente falso». 
Lei non è un informatico?  
«Sono un ingegnere informatico, faccio consulenze anche sulla sicurezza informatica, ma non ho mai fatto l’hacker».  
Consulenze per il Vaticano. 
«Mai preso un euro dal Vaticano. Né segreti. Non ne avrei avuto modo».  
Mai lavorato per i servizi?  
Ride: «No. E nemmeno lei».  
Balda ha accusato sua moglie di ricatti per un incontro sessuale. Come l’ha presa?  
«Si commenta da sé. È una persona di infimo livello che infanga gli altri con cose false per migliorare la sua posizione. Dopo essere stato accolto in casa nostra con la mamma. Userò tutti gli strumenti processuali per assicurarmi che paghi».  
Un dubbio di una «scivolata» di sua moglie?  
«Assolutamente no».  
Così però sembra davvero un marito di copertura.  
«Copertura che dura da 11 anni».  
Ha il nome di lei nella fede?  
«Sì, ma l’ho dovuta togliere perché sono ingrassato. Ora diranno: lo vedi che è finto?». 
Come vi siete conosciuti?  
«Via chat. Ma poi ci siamo incontrati a Roma». («Diglielo che ero vestita da suora», suggerisce lei, ridendo). «Era volontaria Unitalsi e il treno di Lourdes si fermava mezz’ora all’Ostiense. Aveva 18 anni. Abbiamo cominciato a vederci. E dopo 4 anni abbiamo deciso di sposarci».  
Mai, mai, sospetti di bugie?  
«Piena fiducia. A parte lo shopping. Come quando mi ha detto di aver comprato una Vuitton falsa, ma era vera». 
Con monsignor Balda però aveva una gran confidenza.  
«Lui era spesso a casa nostra con la madre. Anche a Pasqua. Vedevo il loro rapporto. La mia impressione è che fosse più attratto dagli uomini». (Lei, soddisfatta, si allontana).  
Bisignani era un amico?  
«Era una persona che lei frequentava. Ma non il suo capo».  
Paolo e Silvio Berlusconi?  
«So che ha avuto occasioni per vederli. Ma mai incontri».  
Cosa pensò quando lei andò a lavorare con il Papa 
«Mi sembrava una cosa enorme. Ma so che ha sempre dato il massimo sul lavoro. La chiamavo la papessa». 
Il Papa si è pentito della scelta.  
Lei, appena rientrata, ammette: «Certo. Ha nominato due collaboratori e scopre che Balda dà le carte ai giornalisti. Io vengo descritta come una specie di prostituta. Lo avrei fatto anch’io. Però...».  
Però?  
«Ho sbagliato anch’io ad accettare. Prima avevo una vita felice».