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 2015  novembre 29 Domenica calendario

Verso l’uomo-solo al potere



«Così arrivò il fascismo…» mi dice una amica appena più vecchia di me. “Molti nel mondo della cultura, che capivano cosa stava accadendo tacevano per timore di sembrare catastrofisti o per paura. Altri erano compromessi sin dall’inizio. E fu in quel silenzio delle coscienze che si stabilizzò la dittatura dell’uomo solo”. Ragioniamo di Corte Costituzionale e di altro. Quando il potere occupa gli spazi della democrazia la gente comincia ad avere timore e si ritrae. La violenza è prima di tutto una violenza sui singoli, uno per uno. Così accadde, come si dice “l’altra volta”.
Negli anni Trenta quando “la sempre maggior disperazione dei senza lavoro, provocata da periodi sempre più lunghi di disoccupazione, indebolì le forze della democrazia nella città”. Così si crearono, secondo la memorabile ricostruzione di W. S. Allen, le basi per la presa del potere. Il successo fu assicurato dalla strategia del “colpo di Stato a rate”, che, “a rate” distrusse la coesione sociale. Quando poi nel 1933 sempre più cittadini erano saliti sul carro del vincitore, “non restava praticamente più nessuna possibilità di resistere”. Oggi non ci sono Hitler e nemmeno Mussolini, per fortuna. Ma c’è un potere che aspira a comandare e a plasmare con la propria forza le democrazia dell’occidente. Questo potere lo abbiamo denunciato a più riprese, eppure secondo me, mai abbastanza. È il potere della grande Finanza, che è insaziabile e ingiusto verso i più deboli. È il potere di coloro che non amano i diritti conquistati negli anni e con la fatica dei lavoratori. È il potere che si fece vivo quando fu fatto Mario Monti presidente del Consiglio e poi quando fu cacciato Enrico Letta giudicato troppo debole rispetto alle richiesta. È il potere delle grandi banche d’affari che ci chiese di cambiare al Costituzione. È il potere che oggi parla, su Repubblica, per bocca di Jean- Claude Trichet, presidente della Bce fino al 2011, che prima di andarsene firmò la famosa lettera ultimatum al governo italiano. “Sul fronte delle riforme strutturali il vostro Paese si sta muovendo nella direzione giusta. E non lo dico solo per le riforme strettamente economiche ma anche per le revisioni istituzionali e costituzionali che creano la cornice adeguata in cui poter inserire con efficacia i provvedimenti specifici”.
Ora sappiamo finalmente perché stiamo distruggendo la Costituzione del ’48. Loro, le grandi banche e la grande Finanza lo avevano chiaro da sempre. Lo facciamo perché, cancellati tutti i poteri di controllo, annullata la possibilità di scelta del cittadino sui parlamentari dell’unica Camera rimasta, sarà molto più rapido e spedito e senza contrappesi il governo del Paese. Un governo di larghe intese, scelto dai banchieri e non respinto dai cittadini. I quali tacciono disorientati. E chiedono a chi prima si opponeva: “Perché non fate qualcosa?”. Bisognerebbe avere il coraggio di dire che forse ormai è tardi. Saluto la mia amica, grande donna dell’insegnamento della democrazia, che ancora chiede di non tacere.