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 2015  novembre 25 Mercoledì calendario

A teatro al buio totale e con i suoni in 3D nelle cuffie: arriva in Italia il collettivo di Copenaghen Hotel Pro Forma

Nel teatro europeo è considerato un autentico fenomeno, un esempio originale di diversione dalle convenzioni sceniche usuali per i suoi lavori che sono una dilatazione dello spazio percettivo grazie all’uso delle tecnologie digitali e all’incrocio di diverse discipline artistiche. Ora arriva anche in Italia Hotel Pro Forma, collettivo di Copenaghen, conosciuto come la voce più innovativa, con l’Odin Teatret, della scena danese, sul cui progetto sono convogliati artisti di altre “arti” come Mogens Rukov, lo sceneggiatore di Festen il film di Thomas Vinterberg, Idioti di Lars von Trier che qui firma il testo.
Lo spettacolo, invitato dal Romaeuropa festival il 28 e 29 al Teatro Vascello di Roma, è Laughter in the dark (Risata nel buio), come il romanzo di Vladimir Nabokov da cui è tratto, ma più che una messa in scena, è un’esperienza reale per chi vi assiste, perché lo spettatore è chiamato a vivere le stesse sensazioni dei protagonisti della storia. Scritto nel ’32, il romanzo di Nabokov ricalca il più famoso Lolita: Albinus, critico d’arte, sposato con prole, s’innamora della giovanissima Margot che lo porta alla distruzione. «La storia è la classica vicenda, perfino ovvia, più interessante è vedere cosa provano davvero i personaggi. E da lì noi siamo partiti», spiega Kirsten Dehlholm, regista di questa curiosa trasgressione, una signora 70enne molto originale, capelli rossi, visual artist folgorata dal lavoro di Tauesz Kantor, Bob Wilson e Memè Perlini («di cui vidi Il riseveglio di primavera nella metà degli anni Settanta»), che ha fondato Hotel Pro Forma nell’85 («l’ho chiamato così perché non volevo la parola teatro e l’hotel è un posto di passaggio, e la forma è qualcosa legata alle storie») con un progetto interdisciplinare e multimediale.
In Laughter in the dark con il musicista Nils Frahm e il sound designer Kristian Hverring, la coreografa Mette Ingvartsen, lo scenografo Adalstein Stefansson, Kirsten Dehlholm ha creato un ambiente sonoro, visivo, spaziale, emotivo che inghiotte lo spettatore dentro il romanzo, scandito in tre momenti. «Anche lo spettacolo comincia sapendo già quello che è successo – prosegue la regista – Albinus, diventato cieco, è ingannato dalla sua giovane amante, così nella prima parte, per 10 minuti, lo spettatore è nel buio totale e come il protagonista ha la percezione di ciò che accade intorno solo attraverso i suoni in 3D ascoltati attraverso le cuffie. Nella seconda parte, “la luce”, gli attori vicinissimi al pubblico fanno rivivere in diretta la storia che nella terza parte sarà descritta solo dalla musica. Tutto nella nostra performance è costruito perché lo spettatore viva sul proprio corpo le emozioni dei personaggi». Più che uno spettacolo, è un’esperienza, qualcosa che ha a che fare con la coscienza di ognuno.