La Gazzetta dello Sport, 1 novembre 2015
Diego Abatantuono ha smesso di andare allo stadio: «Con la famiglia numerosa che ho mi costerebbe un patrimonio. Questo Milan poi... meglio stare a casa davanti alla tv»
Se molla anche Donato è la fine. Lui che non abbandonò il suo Milan nemmeno per amore di Stefania Sandrelli. Nel 1982 i rossoneri retrocedevano in B, ma San Siro era spesso pieno e Donato, alias Diego Abatantuono, era il ras della Fossa. Una storia Eccezzziunale... veramente anche 30 e passa anni dopo. Oggigiorno il Milan non incanta, ma non corre rischi di scivoloni così clamorosi. Eppure lo stadio è semivuoto e di Donato non c’è più traccia. Che gli è successo? «Si è goduto stagioni di trionfi ed è invecchiato – risponde l’attore pugliese –. Ora a San Siro ci vanno i suoi figli. O forse nemmeno loro».
Se Donato sta a casa, almeno Abatantuono ci va allo stadio?
«Per carità. Con la famiglia numerosa che ho mi costerebbe un patrimonio e mi toccherebbe pure fare i selfie con chi ho intorno. Questo Milan poi... meglio stare a casa davanti alla tv».
Non crede in Mihajlovic?
«Al contrario, credo in lui al 100%. A inizio stagione è stato onesto nel dire che la squadra non era fatta da fenomeni. Ha ragione, i risultati non sono colpa sua, ma del materiale che ha a disposizione».
Berlusconi obietterebbe che dalle sue tasche sono usciti oltre 80 milioni...
«Già, ma abbiamo preso giocatori che non valgono i soldi investiti. Dybala alla Juve è costato 32 milioni, però da solo è meglio di tutti i nostri acquisti. Salvo Bacca, per il resto non ci siamo».
Vincendo contro la Lazio forse anche la classifica tornerebbe a sorridere.
«Non sono così ottimista. Ho visto giocare la Lazio, è decisamente meglio di noi. Poi è anche vero che se l’Inter ha vinto tutte le prime cinque partite del campionato in quel modo, allora lo possiamo fare anche noi. Secondo me sono i favoriti per lo scudetto. Giocando così male sono là in alto, figuriamoci quando inizieranno a far bene sul serio. Dietro di loro vedo Roma e Napoli».
Torniamo al Milan: se la colpa dei 16 punti è del mercato, allora Galliani è il primo indiziato?
«Se si accettano i complimenti quando si opera bene, allora bisognerebbe prendersi le responsabilità quando le cose non girano. Di errori ne sono stati fatti: perché, per esempio, Saponara e Aubameyang non sono più al Milan? Chi li ha venduti? Tutto è iniziato con Allegri... Abbiamo perso i Gattuso, gli Ambrosini, i Seedorf. Tutti insieme».
Però Allegri ha vinto sia al Milan che alla Juve…
«Sì, due scudetti che era impossibile perdere. Poi quando gli hanno venduto i campioni, abbiamo visto che è successo».
Operazione nostalgia: qual è il suo 11 rossonero?
«Tassotti, Baresi, Costacurta, Maldini, Donadoni, Ancelotti, Rijkaard, Evani, Van Basten, Gullit. Ah, ho dimenticato il portiere. Ecco, Sheva in porta, come nel mio film. Tanto con quella difesa...».