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 2015  ottobre 13 Martedì calendario

Dopo la pillola dell’amore, arriva la pomata: ecco “Vitaros”, brevetto italiano (targato Bracco), che inducendo localmente la vasodilatazione garantisce un’ora di "autonomia" tra le lenzuola, senza interazioni con cibo, alcol e altri farmaci. Per la disfunzione erettile, un problema che colpisce ben 3 milioni di italiani, è in arrivo anche un’app di autovalutazione

Il primo è stato l’UK-92480. Un composto per il trattamento di problemi cardiovascolari come l’angina pectoris e ipertensione. L’effetto collaterale, negli uomini, era l’erezione. Un effetto così particolare e insolito che quel farmaco vasodilatatore venne “dirottato” verso altre indicazioni. Non più per i malati di cuore ma per chi aveva difficoltà a fare l’amore. L’UK-92480, sul mercato, è arrivato il 13 novembre 1998 con il nome di Viagra. Da allora, di pillole blu, ne sono state consumate quasi 4 miliardi.
È iniziata così una rivoluzione, pubblica e privata, che ha generato trasformazioni epocali: dal far diventare il “flop” sotto le lenzuola una chiacchiera da salotto all’identificare quell’intima “vergogna” in una malattia da curare. Negli anni sono nati altri tre farmaci destinati a lui, Cialis, Levitra e l’ultimo italiano Spedra. Un milione e mezzo gli italiani in cura per disfunzione erettile, pari alla metà del totale dei pazienti. Esattamente 3,2 milioni, il 13% della nostra popolazione maschile. Un mercato florido, un mercato in crescita.
Sia nella medicina ufficiale sia in quella “parallela” fatta di integratori più o meno costosi, più o meno efficaci. Nonostante la diversificazione dei farmaci e gli aiuti psicologici ammettere di avere questo problema è ancora vissuto dalla maggior parte degli uomini come una sconfitta della propria virilità in toto. Il numero di italiani che non vivono una vita sessuale soddisfacente ma, al contrario, complessa e problematica, è in aumento. Sono in crescita i matrimoni bianchi, le unioni nelle quali la vita intima è pressoché assente, una condizione che provoca il 20% delle separazioni. Secondo i dati dell’Associazione dei ginecologi e ostetrici ospedalieri.

TECNOLOGIA AMERICANA
Da qui, l’impegno della ricerca che oggi ha generato la seconda rivoluzione: è arrivata anche in Italia, dopo Francia e Spagna, la prima crema dell’amore. Non una pillola da mandare giù, dunque, ma una pomata. Agisce in pochi minuti e fa effetto per circa sessanta. Un’ora di autonomia, dunque. La novità è italiana, targata Bracco, ed è stata tenuta a battesimo a Riccione durante il congresso nazionale della Società italiana di urologia. Si chiama “Vitaros”, utilizza il principio attivo alprostadil, prostaglandina formulata usando una tecnologia americana che moltiplica l’assorbimento cutaneo della base vasodilatante. Un dettaglio che può rovinare l’armonia: il farmaco deve essere tenuto in frigorifero. I pazienti ideali per questo composto, secondo gli urologi, sono quelli con un disturbo medio-lieve. Che vuol dire uomini «che conservano una funzione erettile residua – aggiunge Mirone – e non hanno ancora ricevuto trattamenti». In questo caso nessuna interazione con il cibo, l’alcol e altri farmaci. Una crema, sono gli urologi a spiegare ogni dettaglio, da utilizzare come fosse un “collirio” intimo. «Da far scivolare nell’organo, dove sbocca l’uretra – precisa Francesco Montorsi, primario di Urologia e direttore scientifico del San Raffaele di Milano – Grazie all’effetto vasodilatatore la circolazione sanguigna migliora e, in presenza di una stimolazione erotica, può iniziare il rapporto. La risposta migliora nel tempo».

IL TEST IN UNA APP
Oltre tre milioni, dunque, gli italiani colpiti dalla disfunzione erettile che, nella maggior parte dei casi, comincia a comparire oltre i 45-50 anni. In quella classe di età almeno il 10% comincia a convivere con la difficoltà ad amare che sale fino al 40% della popolazione maschile quando si superano i 60-70 anni e arriva al 50% dopo i 70. Per aiutare giovani e meno giovani a capire l’entità del disturbo è stata messa a punto una app dell’amore: grazie a un test in 6 domande permette di misurare il rischio di soffrire della patologia, scoprendo se è il caso di chiedere aiuto all’esperto per una diagnosi vera e propria e un trattamento. L’applicazione si chiama “Disfunzione erettile – Autovalutati”, un’altra delle novità presentate al congresso.
Occhio alla malattia avvertono gli specialisti. Si tratta di un problema che non disturba solo il sesso e la psiche: spesso la disfunzione erettile «può rappresentare un campanello d’allarme per altre patologie, talvolta gravi». Si riferiscono all’ipertensione, il diabete, l’ipercolesterolemia, l’effetto dell’obesità o del fumo di sigaretta. La pressione alta, per esempio, determina una difficoltà ad amare in circa il 20% degli uomini ipertesi.