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 2015  ottobre 13 Martedì calendario

Difesa dell’Auditel

L’Auditel e il campione inquinato Ieri sul Corriere è stata pubblicata l’intervista a una non meglio precisata famiglia «XY» dando enfasi a quelle che sarebbero le «falle» del sistema. Esaminiamole. La famiglia non aveva il telecomando per segnalare la presenza poiché si tratta di una delle 10.000 famiglie aggiuntive del cosiddetto «Superpanel», ancora in via di reclutamento e verifica e pertanto non attive. Queste, infatti, non sono dotate di telecomando poiché uno speciale «set meter» rileva automaticamente i canali sintonizzati su ogni televisore e la ripartizione dell’ascolto espresso dai vari componenti la famiglia è frutto di un sofisticato modello statistico. Con il «Superpanel» stiamo costruendo un campione triplicato (15.600 famiglie) proprio per potenziare la capacità di cogliere, in modo ancora più preciso, i fenomeni televisivi emergenti (ad esempio i numerosi e crescenti canali digitali) e precostituire le basi per una successiva estensione della rilevazione dei contenuti televisivi anche sui device portatili (smartphone, tablet, eccetera). Parliamo di uno sforzo che, per le risorse impegnate, non ha precedenti al mondo. Auditel rappresenta bene le diverse stratificazioni sociali? Certamente. È condizione inderogabile di un buon campione che la sua composizione rifletta in modo speculare la composizione dell’universo rappresentato.
Il campione Auditel è strutturato per rappresentare tutte le diverse categorie sociali presenti nella popolazione. In modo trasparente, il sito dell’Agcom riporta i dettagli metodologici del campione. Ciononostante anche le famiglie monocomponenti e gli stranieri entrano a far parte del nostro campione. Terzo neo: la telefonata di reclutamento. Per la vastità e la rapidità dell’operazione, il panel dotato di «set meter» prevede che le famiglie possano essere reclutate partendo da elenchi telefonici integrati con numeri di telefono generati casualmente. È possibile che una famiglia precedentemente contattata per il «people meter panel» rientri tra la lista delle famiglie il cui numero di telefono è stato selezionato, randomicamente, per il reclutamento nel nuovo panel integrativo. La privacy delle famiglie va tutelata ad ogni costo e sull’errore che ha generato questo «tsunami» mediatico abbiamo già riferito. Auditel vi sta ponendo rimedio in modo severo e trasparente, a tutela di tutto il mercato. Attenzione, infine, ai falsi teoremi: una famiglia «potenzialmente» raggiungibile non è una famiglia «corrotta». Nielsen ci ha presentato strumenti di analisi del «behavior», cioè dei comportamenti delle famiglie, che, fino ad oggi, ci consentono di fare barriera ai peggiori pensieri. Pur adottando, da subito, le contromisure più severe.
Walter Pancini, direttore generale Auditel
Evidentemente ci voleva un non-tecnico per dimostrare che dietro i «sofisticati modelli statistici» e i «dettagli metodologici del campione» si nascondevano tre fatti: 1) il campione era inquinato; 2) la privacy delle famiglie e la loro segretezza sono state affidate a una società privata, la Nielsen, con evidenti conflitti di interessi, e 3) la rilevazione basata sulle medie andava bene negli Anni 80. Ma oggi non è al passo con i tempi e con le tecnologie. (m. sid.)