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 2015  ottobre 10 Sabato calendario

Rottura di palle garantita. Quelli di Alphabeta (Balestrini, Cortellessa e altri scrittori laureati) vanno in tv a parlare di Cultura

ervista a Nanni Balestrini, autore con Andrea Cortellessa e Maria Teresa Carbone di un ciclo in sei puntate in onda da domani su Rai 5 «Vogliamo portare alla luce le contraddizioni del presente, opporci alla deriva di una cultura anestetizzata, piatta, ridotta a merce da supermercato». Lo scrittore Nanni Balestrini racconta Alfabeta, il nuovo programma di informazione culturale, che da domani per sei puntate andrà in onda su Rai5 alle 22.30. Lo spirito è quello della storica rivista da cui prende il nome e della quale condivide il comitato di indirizzo composto da Umberto Eco, Paolo Fabbri e Angelo Guglielmi. Gli autori, oltre a Balestrini anche Maria Teresa Carbone e Andrea Cortellessa, hanno scelto sei verbi cardine dell’esistenza umana – amare, combattere, creare, giocare, spendere, usare – uno per ogni puntata, da declinare grazie a critici e intellettuali che su quel soggetto hanno lavorato. Tra gli altri Luisa Muraro, Massimo Recalcati, Achille Bonito Oliva, Carolyn Christov-Bakargiev, Marc Augé, Toni Negri, Walter Siti… Balestrini, qual è il legame tra la rivista “Alfabeta” e la trasmissione che sta per andare in onda? «È un rapporto di continuità. Alfabeta era stata fondata per riordinare le questioni culturali dopo i tumultuosi anni Settanta. Esaurito il suo compito, è stata chiusa. È rinata come Alfabeta2 cinque anni fa, dopo che nel periodo berlusconiano la situazione, nel campo della cultura ma anche della politica e della morale, era degenerata a tal punto che gli intellettuali non potevano restare alla finestra. Inizialmente ci siamo rivolti alla carta, poi ad altri media, al web e adesso alla televisione». Continuano gli anni difficili? «Viviamo in un’epoca di passaggio, è come se un velo di fumo offuscasse la nostra visione del mondo, impedisse alle contraddizioni di emergere». E voi, come intendete portarle alla luce? «In ogni puntata il conduttore Andrea Cortellessa dialoga con autori e intellettuali. Li invita a riflettere sulla fine dell’amore romantico o sul passaggio dalla società del possesso a quella dell’utilizzo, sul nuovo capitalismo o sul gioco che ha invaso la sfera dell’utile. Non in studio, ma in luoghi che sono tutto fuorché scenari neutri. Ad esempio alcune parti della puntata “combattere” sono ambientate nei cimiteri di guerra di Anzio. Agli incontri si alternano letture di testi narrativi e poetici, opere di video arte, documentari...». Alcuni di questi materiali sembrano incongruenti. Prendiamo la puntata di domani, quella in cui declinate il verbo amare. I contributi video sono tratti dalle opere di Sylvain George, un autore che di solito viene citato quando si parla di immigrazione, di non luoghi, diconfini… «Abbiamo cercato di creare dei contrasti, dei rimbalzi. Le incursioni poetiche o narrative, così come il materiale video, spesso non hanno una diretta connessione con quello di cui stiamo parlando, ma esportano sul piano dell’immaginario quello che vogliamo discutere. Il punto è che non ci interessa mettere in vetrina quello che ci piace, ma rimettere in movimento le idee, compiere un viaggio di esplorazione critica del nostro tempo».