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 2015  ottobre 09 Venerdì calendario

Cenerentola bandita in Francia: nel nome della lotta al sessismo, la «giovane, bella e ignorantissima» ministra dell’Istruzione Najat Vallaud-Belkacem ha deciso di escludere dalle scuole le antiche fiabe europee raccolte e rielaborate da Perrault e dai fratelli Grimm, incluse "Cappuccetto rosso", "Barbablù" e "Haensel e Gretel". Povera Francia e poveri bambini, vittime della vendetta iconoclasta delle femministe

Un tempo l’indice dei libri proibiti, in Francia, comprendeva le opere di quell’estremista di Rousseau e l’Enciclopedia di D’Alembert e Diderot, il monumento del razionalismo illuministico. Poi arrivò la rivoluzione, libertà eguaglianza e fraternità, e la libertà di stampa e di diffusione di qualunque libro sembrava acquisita. Ci volevano un paio di secoli per arrivare a un governo socialista, con una ministra dell’Istruzione giovane, bella e ignorantissima, per tornare a bandire i libri. E quali libri, la ministra Najat Vallaud-Belkacem ha ritenuto di escludere dalle scuole, per tutelare la sana gioventù di Francia? Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Haensel e Gretel. Le fiabe. Le antiche narrazioni del folklore europeo raccolte e rielaborate da Perrault, o dai fratelli Grimm. La ministra ha recepito uno studio del centro Hubertine Auclert (così chiamato in onore di una femminista ottocentesca, e già capiamo tutto) che si dedica, pomposamente, alle «risorse per l’uguaglianza tra uomini e donne». Lo studio delle risorse femministe ha scoperto che tali fiabe sono «spesso infarcite di rappresentazioni sessiste, hanno valore di autorità letterarie e relegano quasi sempre i personaggi femminili a ruoli stereotipati».
Cosa? Cappuccetto Rosso ruolo stereotipato? Le mogli di Barbablù (compresa l’ultima sposa, quella che gli sfugge, e che in alcune versioni, ad esempio “Naso d’argento”, di origine piemontese, raccolta da Calvino nelle “Fiabe italiane”, è astutissima e ultra-femminista) ruoli stereotipati? La principessa che bacia il re ranocchio ruolo stereotipato? Ma se sono tra i personaggi più fantasticamente complessi, stratificati e potenti che la letteratura d’ogni latitudine e d’ogni tempo abbia mai partorito! La fobia per l’irrazionale, per il misterioso, per il non addomesticabile (mascherata da parità di genere) del centro femminista e della ministra Vallaud-Belkacem ci può anche far ridere quando si accanisce sui manuali scolastici – obiettivo principale dello studio – laddove non tollerano che vengano rappresentate famiglie composte, guarda un po’, soltanto di un uomo e una donna e di figli di sessi diversi, giacché vorrebbero parimenti rappresentate anche le famiglie omo- e mono-parentali con figli dello stesso sesso (e speriamo che sia femmina). Fate pure, poliziotti del pensiero. Ma giù le mani da Cappuccetto Rosso, e anche da Barbablù. Questi barbari giudicano le fiabe, che sono labirinti simbolici, scatole magiche dalle configurazioni inafferrabili, in base alle loro tristi griglie: quante volte appare la femmina? Quante il maschio? La femmina è forte o debole? Se la cava da sola o viene salvata? E il salvatore è femmina o maschio? E altre miserie del genere. Non sanno nulla di psicologia, psicanalisi, educazione, infanzia, e vogliono sconciare le fiabe per renderle politicamente corrette, oppure sottrarle del tutto alla lettura degli scolari.
Vagli a spiegare che Cappuccetto Rosso è sì femmina, ma anche un bambino maschio si identifica in lei, diventa lei, partecipa con lei delle sue trepidazioni, va con lei nel bosco, ha paura con lei del lupo cattivo (maschio? Femmina? Trans?). Vagli a spiegare che i bambini, per fortuna, non hanno quei compartimenti stagni mentali degli adulti, viaggiano attraverso le identità sessuali, hanno un dono quasi telepatico per capirsi l’un l’altro e conoscersi ben al di là del sesso di appartenenza. La loro sessualità, non essendo ancora marcatamente sviluppata né attiva, è un concetto fluido. Non leggono le fiabe preoccupandosi se Barbablù è maschio, per loro è solo l’uomo nero, l’Orco, uguale per tutti. Il quale Barbablù, secondo l’analisi di uno dei fratelli Grimm, è una figura non del tutto negativa: sarebbe un lebbroso, un appestato, che cerca disperatamente di curare la sua piaga versandovi sopra il sangue delle donne (perché più puro) come fosse una medicina miracolosa, una specie di macabra piscina di Lourdes, e infatti raccoglie il sangue in vasche. Di fronte alle infinite interpretazioni delle fiabe, anche i più smaliziati esperti di letteratura alzano bandiera bianca; ecco che arriva la ministra francese con le sue esperte femministe e dichiara di aver capito tutto: sono ordigni per sottomettere la donna all’uomo. La furia iconoclasta, la vendetta intellettuale di queste invasate non ha limiti: se la prendono direttamente con l’immaginazione, con la fantasia. Cenerentola è debole. Certo, debole, come lo sono i bambini, come tutti nella vita siamo deboli, maschi e femmine. Ma no, per loro non va bene, poiché è donna deve essere automaticamente una dominatrice, una padrona sadomaso.
Prima o poi censureranno anche i sogni, perché non politicamente corretti. Povera Francia. Oggi ci fa proprio compassione.