Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  ottobre 08 Giovedì calendario

In Svizzera un referendum sulle corna. Armin Capaul, contadino ed ex pastore di 64 anni, propone di vietare che siano tagliate quelle delle vacche: «Soffrono. È un’usanza crudele. Non è come tagliare un’unghia»

Nella pubblicità del turismo, la Svizzera non dimentica mai una foto suggestiva di una mucca al pascolo, sullo sfondo di cime innevate, o di un lago alpino. La mucca insieme con Heidi è un simbolo nazionale. Ma ora gli svizzeri dovranno votare: si possono tagliare le corna al simpatico animale che contribuisce all’economia con il latte per formaggi e cioccolata.
Oppure no, salvaguardando la dignità dei bovini?
Gli svizzeri sono accusati di essere xenofobi, non sempre a ragione. La percentuale degli stranieri residenti in qualche cantone sfiora il 28 per cento, ben più che la media della Ue. Trattano male Nino Manfredi in Pane e cioccolata, ma sono sensibili agli animali. State attenti se a una fiera vincete un pesciolino rosso. Tenerlo da solo in una boccia è vietato dalla legge. Dovete comprargli almeno un compagno, non importa di che sesso, perché non soffra di solitudine. La stessa legge protegge i criceti e le cavie, in gabbia ma sempre in coppia. E se vi stancate del pesce rosso non potete semplicemente buttarlo nel water: dovete ucciderlo prima di tirare lo sciacquone. Vietato per ragioni estetiche rifilare le orecchie e tagliare la coda ai boxer, ma la pratica è caduta in disuso anche da noi. E in caso di divorzio, il giudice tutela l’interesse degli animali casalinghi, cani, gatti pappagallini, assegnandoli al coniuge che li ama di più. Come faccia a stabilirlo non viene specificato.
Ma la legge per la tutela degli animali si è dimenticata delle mucche. Armin Capaul, contadino ed ex pastore di 64 anni, è deciso a porvi rimedio, per vietare la pratica comune a tutto il mondo: per praticità alle mucche si tagliano le corna. Un’usanza crudele, denuncia. Non è come tagliare un’unghia. Le corna dei bovini sono fitte di terminazioni nervose, e gli animali soffrono. Herr Armin aveva una fattoria ma l’ha lasciata al figlio per darsi alla politica, e ha cominciato a raccogliere firme per indire il referendum sulle corna: ne ha raccolte già 50 mila, informa Der Spiegel, ma dovranno essere il doppio entro la fine di marzo. «Ci riuscirò senza problemi», assicura.
Anche lui non si preoccupava delle corna, racconta, quando conduceva le mucche al pascolo. Ma 35 anni fa, si accorse che i bovini amputati si comportavano improvvisamente male, non restavano nel gruppo, sbattevano contro gli ostacoli, sembravano frastornati. In altre parole, continuavano a soffrire. «Ho impiegato anni a capire il perché», ammette e infine ha lanciato la sua «Hornkuhe-Initiative», incontrando la resistenza di molti suoi ex colleghi. Le corna sono un intralcio per gli allevatori, e un pericolo. Uno ha perso un occhio per una cornata durante la mungitura. «Basta stare più attenti, risponde Armin, e poi si tratta di un caso isolato. Non si rinuncia ai cani, perché qualcuno viene morso». Le mucche adoperano le corna con sensibilità e prudenza: «Ho assistito a una scena straordinaria, una mucca ha tolto con la punta di un corno un moscerino entrato nell’occhio di una compagna». Basterà a salvare l’onore delle mucche che ormai mostrano le corna solo sui manifesti pubblicitari? E Armin conclude. «Non può fare bene il latte di mucche depresse».