Libero, 6 ottobre 2015
Psicanalisi di Jackie Kennedy: una nuova biografia ripercorre amori, vizi e lutti della più discussa First Lady americana, ipotizzando che in seguito all’assassinio di JFK mostrasse i sintomi di un disturbo post-traumatico da stress
Da First Lady coccolata dalla stampa e ammirata dall’opinione pubblica, a personaggio scomodo da rimuovere dalla memoria collettiva: questa la parabola americana di Jacqueline Kennedy, moglie del Presidente più amato, discusso e tristemente noto degli Stati Uniti.
Il libro di Barbara Leaming Jacqueline Kennedy Onassis – La biografia mai raccontata (Odoya, pp. 320, euro 20) scava a fondo come nessuno aveva mai osato fare prima: il travaglio del lutto, le stravaganze mondane, la vodka a fiumi, gli uomini (in cima a tutti Onassis che flirtava con il regime dei colonnelli), ogni cosa viene raccontata con spietata lucidità. Ma se la fragile Jackie fosse in realtà stata affetta da quello che oggi, in riferimento ai reduci di guerra, comunemente chiamiamo disturbo post-traumatico da stress? Questa la tesi della scrittrice, che rilegge la vita della rampolla dell’alta società newyorchese stabilendo un «prima» e un «dopo» l’assassinio di JFK. Nonostante i tradimenti e le sofferenze, Jackie resta al fianco di John, ed è accanto a lui quel fatidico 22 novembre 1963, gli tiene quel che resta della testa tra le mani, mentre brandelli di cervello s’incrostano tra le pieghe del suo tailleur rosa. Da questo momento, da moglie impeccabile si trasforma in vedova scossa: in grado di tradire l’immagine chic e ipocrita che l’America le ha cucito addosso.