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 2015  ottobre 06 Martedì calendario

L’albero della cuccagna: è il tema cui s’ispira l’ultima mostra d’arte contemporanea curata da Achille Bonito Oliva, imperniata sui temi dell’alimentazione e sulle sue implicazioni sociali. Un’esposizione diffusa, dalla Val d’Aosta alla Sicilia

Albero della cuccagna, sì, proprio lui: soggetto iconografico che ha alle spalle una lunga tradizione e un’altrettanto arcaica memoria popolare, per lo più legata all’albero sacro della fertilità di derivazione celtica. Albero della cuccagna: ovvero, nell’immaginario collettivo, qualcosa da associare all’abbondanza e al divertimento.
E l’idea di scegliere questo tema come fonte ispiratrice di una mostra d’arte contemporanea è del critico Achille Bonito Oliva, il quale ha invitato una quarantina di artisti italiani e stranieri a riflettere – partendo dall’albero difficile da scalare e col «tesoro» in cima – sui temi dell’alimentazione e sulle sue implicazioni sociali. Una mostra diffusa, dalla Val d’Aosta alla Sicilia, che sabato, in occasione della Giornata del contemporaneo, inaugurerà i suoi «segmenti» d’autore a Roma e nel Lazio.
Coinvolte nel progetto cinque tra le maggiori istituzioni che si occupano di contemporaneo: Galleria nazionale d’arte moderna, Maxxi, Macro, Scuderie Aldobrandini di Frascati e Castello Colonna di Genazzano. Titolo dell’esposizione «L’albero della Cuccagna – I nutrimenti dell’arte», organizzata con il patrocinio di Expo 2015, uno dei partner di questo progetto che altrove ha già preso il via il 25 settembre. La chiamata a raccolta del critico invitava gli artisti a realizzare lavori interattivi, che potessero sollecitano l’intervento di un pubblico di diverse età, dando un accento partecipativo e ludico all’evento espositivo. Allo stesso tempo, considerando il tema, la mostra nella sua globalità voleva funzionare anche da monito, attraverso l’arte, per sollecitare una presa di coscienza del pubblico nei confronti del tema dell’alimentazione e della fame nel mondo, nodi ideali di Milano Expo 2015.
Questi i cinque «alberi» ermeneuticamente realizzati da altrettanti artisti a Roma e nel Lazio: alla Galleria nazionale d’arte moderna il kosovaro Sislej Xhafa presenta Ginger, opera promossa dalla Nomas Foudation, una delle realtà del collezionismo privato con base a Roma. L’installazione si colloca nella tipica cifra dell’artista, molto interessato a realtà sociali, economiche e politiche. Contemporaneamente, al Maxxi, nella hall del museo, Xhafa espone anche «Barka», una sua opera del 2001 composta da centinaia di scarpe e che intende riflettere sul tema dell’esodo migratorio.
Per il progetto di Bonito Oliva l’albero del Maxxi è invece realizzato dal portoghese Pedro Cabrita Reis, un intervento dal titolo «La casa di Roma», sulla piazza esterna del museo, opera promossa dalla Fondazione Giuliani: si tratta di un grande volume rettangolare in mattoni forati, architettura che nelle intenzioni dell’artista intenderebbe richiamare le caratteristiche di molte periferie contemporanee. La struttura arriva a toccare il primo livello del museo come un pilastro: l’opera intende così rivelare un ordine in cui il debole sosterrebbe il grande facendo da base all’istituzione museale e mettendone metaforicamente in discussione la solidità.
«Come la quercia» è invece il poetico titolo dell’intervento al Macro di Gianfranco Baruchello, dove si riflette su un albero della cuccagna che oggi risulta essere forse più un miraggio che una realtà. L’artista propone una sorta di giardino-pensatoio, un luogo sottratto al tempo ipertrofico della produzione e del consumo standard. Una quercia giovane e una radice vecchia si dispongono ai lati di un letto, luogo del sogno e del riposo. Scenografico l’intervento di Shay Frisch dal titolo «campo 54338 B/N», nella sala più imponente del Castello Colonna di Genazzano, dove l’artista israeliano ha rielaborato il tema della mostra creando una delle sue tipiche installazioni con adattatori elettrici incastrati. Oltre 50 mila quelli utilizzati per realizzare il suo albero di energia e luce. E la luce è anche l’elemento compositivo fondamentale per il gigantesco albero che Giovanni Albanese ha realizzato nelle Scuderie Aldobrandini di Frascati. (L’albero della cuccagna, Nutrimenti dell’arte, da sabato al 10 febbraio).