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 2015  ottobre 06 Martedì calendario

Cinque giorni di sospensione per Lucio Barani e Vincenzo D’Anna. Uno ha mimato una fellatio e l’altro si portato le mani davanti al membro. Ci sono volute quattro ora di Consiglio di presidenza del Senato per prendere questa decisione, ma Grasso avrebbe voluto più severa, è «molto lieve» per la senatrice offesa del M5S Barbara Lezzi

Cinque giorni di sospensione ai senatori verdiniani Lucio Barani e Vincenzo D’Anna per i gesti sessisti fatti in Aula al Senato la settimana scorsa. Ma anche uno al M5S Alberto Airola, accusato di aver insultato membri della segreteria d’Aula, e censura per il gruppo della Lega e il capogruppo pentastellato Gianluca Castaldi. 
Dopo quasi quattro ore di riunione, visti e rivisti i video «incriminati» delle sedute, la decisione del Consiglio di presidenza del Senato, che il presidente Grasso avrebbe voluto più severa, è «molto lieve» per la senatrice offesa del M5S Barbara Lezzi; «corretta» per la senatrice dem Di Giorgi; «ingiusta e immotivata» per uno dei due puniti più severamente, D’Anna. Che col collega Barani non potrà votare le riforme fino a venerdì incluso: tanto che voci maliziose attribuivano al Pd la richiesta di posticipare l’applicazione a dopo l’approvazione del ddl Boschi, voce smentita dal gruppo dei democratici. Ma certo, racconta chi era alla riunione, dalla più parte dei membri del Pd è arrivata solo una timidissima censura dei gestacci rivisti alla moviola, anche da alcune donne, come racconta visibilmente delusa la fittiana Cinzia Bonfrisco.
Barani non si fa vedere in Senato; D’Anna, invece, è un fiume in piena. Ce l’ha col M5S («la prima a fare un gestaccio è stata la Lezzi, che ora si atteggia a vergine e martire»; da me nessun gestaccio, risponde lei a stretto giro) e soprattutto con Grasso, «incapace, solo chiacchiere e distintivo», a cui promette che «d’ora in poi gli contesteremo ogni violazione del regolamento». Ma anche i Cinque stelle sono «delusi» dalla pena decisa (si poteva arrivare fino a dieci giorni): «Ma come, io mi sono preso dieci giorni di sospensione per aver bloccato un quarto d’ora il voto di fiducia sullo Sblocca Italia, e per questi gesti solo cinque giorni?», chiede Castaldi, interessato da una censura («praticamente un’ammonizione») per essersi rivolto con foga al ministro Boschi chiedendo di prendere posizione contro Barani «da donna». «Deve sempre passare che siamo noi i provocatori», dice, mentre il collega Airola prende con meno filosofia la sua sospensione e si scaglia contro la collega Di Giorgi: «Siete degli infami».