Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  ottobre 03 Sabato calendario

Helen Mirren (che intanto sbircia Checco Zalone) nella tragica parte dell’ebrea Maria Altmann

Nell’odissea di Maria Altmann, nata a Vienna nel 1916 e scomparsa a 94 anni in America, dove aveva trovato scampo al nazismo, Helen Mirren ha ritrovato echi della sua vita, tracce delle origini russe e similitudini con sofferenze familiari: «Dopo la rivoluzione d’ottobre la mia bisnonna e le sue sorelle furono costrette a lasciare la Russia, ad abbandonare tutto, a vivere in spazi minuscoli... Sono vicende che segnano la storia del ventesimo secolo, popoli perseguitati, nuclei familiari distrutti. Per prepararmi al film ho letto molto sull’Olocausto, mi è stato utile soprattutto Storia del Terzo Reich di William Shirer, un libro che consiglio a tutti».
Arte, giustizia, famiglia
Il resto è venuto con la semplicità che contraddistingue le prove dei grandi interpreti: «Ho girato Woman in Gold perchè sono rimasta colpita da questa vicenda che parla di restituzione, di arte rubata, di giustizia, di famiglia. Poi, man mano, mi sono appassionata alla figura di Maria, una donna piena di umorismo, intelligente, decisa, e con una gran forza di volontà».
La memoria dolorosa della giovinezza spezzata dalla guerra, l’affetto verso i genitori abbandonati per fuggire in America, l’immagine incancellabile di Adele Boch-Bauer, la zia bellissima e conturbante che tradiva nello sguardo malinconico il timore per un futuro minaccioso.
Nella determinazione con cui la signora Maria Altmann chiese, nel 1998, al giovane avvocato Randy Schoenberg (nipote del compositore Arnold) di sostenerla nella battaglia per il recupero dei dipinti di Klimt appartenuti alla sua famiglia, c’è tutto questo. E altro ancora: «Non ho incontrato discendenti degli Altmann prima delle riprese, ma so che hanno dato grande sostegno alla pellicola. Maria ha combattuto per un quadro dall’immenso valore economico, ma per lei si trattava soprattutto di un ricordo, cui teneva profondamente».
Il rapporto con l’avvocato Shoenberg (Ryan Reynolds), altro punto di forza di Woman in Gold, divenne, nell’arco della lunga avventura, sempre più intenso: «Quando uno dei due si deprimeva e sentiva la voglia di mollare, c’era sempre l’altro a sostenerlo. Il processo è durato dieci anni e so che è andata proprio così, ci sono stati giorni di ottimismo e altri di disperazione, come capita nella vita, matrimoni compresi».
Il regista Simon Curtis dice che il racconto di Woman in Gold (dal 15 in 220 sale con Eagle) contiene anche «una lettera d’amore all’America, che accolse Maria e le permise di costruirsi una nuova esistenza». Più di tutto, è l’ennesima prova del talento di una splendida settantenne, attrice premio Oscar (per The Queen) sempre a caccia di nuove sfide, innamorata del Salento dove trascorre la maggior parte del tempo libero, pronta a rintuzzare con vigore le rimostranze delle colleghe coetanee che si lamentano per la scarsità di ruoli: «Sono convinta che in questo settore, come in politica, scienza, affari, giustizia, medicina, sia necessario battersi per far avere alle donne incarichi di rilievo. Più vedremo donne in posizioni importanti, più il cinema rifletterà questa realtà. Quello che conta, però, è farsi parte attiva, non limitarsi a recriminare».
Quando è in Puglia, nella masseria dove, insieme al marito Taylor Hackford, si occupa dei suoi quattrocento melograni, Mirren cerca di vedere spesso film italiani: «Mi piace tanto Benvenuti al Sud, ma il mio preferito rimane L’armata Brancaleone». La sorpresa riguarda le ultime generazioni: «Ho visto un film tanto divertente, su quel tipo che vuole fare il cantante...». Cado dalle nubi di Checco Zalone? «Sì, proprio lui».
Dame Helen Mirren non finisce di stupire.