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 2015  ottobre 03 Sabato calendario

Vendola ha un vitalizio di cinquemila euro al mese, Grillo lo attacca, la rete si scatena

ROMA Beppe Grillo non perde tempo e posta: «Vendola baby pensionato: 5.618 euro al mese a 57 anni». La notizia, in effetti, corrisponde al vero. L’ex governatore della Puglia, presidente di Sel, da luglio percepisce la «somma mensile lorda» di cui sopra, più 73 centesimi. Vendola replica con una nota scritta nella quale ammette di aver preso il vitalizio e lo rivendica così: «Se fossi ricco come Beppe Grillo, volentieri rinuncerei al vitalizio».
La notizia del vitalizio a Vendola fa ancora più eco perché fu proprio grazie anche all’impegno dell’ex governatore che nel novembre del 2012, con la legge 34, si riuscirono ad abolire non solo i vitalizi ma anche le indennità di fine mandato, ovvero una cospicua liquidazione destinata ad alleviare le sorti dei consiglieri non rieletti. Naturalmente, considerando l’intoccabilità dei diritti acquisiti, la norma vale da dopo l’entrata in vigore della legge, ovvero dal gennaio del 2013. Se si aggiunge che una legge pugliese consente di «baby» pensionarsi, con un limite minimo di 55 anni, ecco il risultato.
Poteva fare diversamente Vendola? Poteva, come dimostra il caso di Sergio Blasi, ex segretario regionale pd. Che, unica eccezione, ha pubblicamente rinunciato al vitalizio. Perché? «Perché lo ritenevo profondamente ingiusto, di fronte a una condizione di crisi terribile, di fronte alla desertificazione industriale e alla disoccupazione giovanile, soprattutto nel Mezzogiorno». Che sia stato l’unico non lo gratifica: «Anzi, mi fa vergognare di questa politica, diventata mercimonio. Le racconto un aneddoto: quando ho rinunciato al vitalizio, mi si è avvicinato un consigliere in carica e mi ha detto: “Lei è proprio un cretino”. Ecco, in questa frase c’è un programma politico e il senso del degrado». E Vendola? «Sarebbe indelicato che mi esprimessi su di lui. Ma certo, faccio notare che oltre a questo, cumulerà anche il vitalizio parlamentare».
Grillo invece si esprime senza cautele e delicatezze, come sempre: «Con una pensione da fame come questa – scrive sul blog – arrivare a fine mese sarebbe difficile per Baby Vendola, se non avesse anche un assegno di fine mandato di 198.000 euro, dopo dieci anni come governatore della Puglia. I lavoratori che hanno votato Baby Vendola per anni gli augurano la migliore vita possibile, in attesa della loro pensione minima a 66 anni o con 42 anni di contributi».
Vendola risponde con la nota: «Tutti sanno che non mi sono arricchito e che non ho rubato. Sono orgoglioso del fatto che la mia sia l’unica regione non coinvolta in rimborsopoli. Il mio partito si è battuto sempre e in ogni sede contro tutti i privilegi. La Puglia ha abolito i vitalizi a partire dal 2013. Ricordo a tutti, però, che il trattamento economico degli eletti nelle istituzioni, ciò che oggi appare appunto come privilegio, è stato concepito come una barriera alla corruzione degli stessi: ora vedo che il mio vitalizio fa più scandalo delle tangenti a Galan! E osservo con tristezza il fatto che ai comici miliardari continua a dare scandalo pure il mio orecchino. Credo che si capisca quanto questa effervescente polemica contro di me sia null’altro che l’ennesimo linciaggio di chi pensa che la lotta politica non sia combattere le idee, ma denigrare le persone. Faccio politica ormai da oltre quarant’anni e devo dire che l’unica cosa a cui non mi rassegno è la barbarie».
Su Facebook, proprio sotto l’omaggio a Ingrao e alla «politica nobile», c’è un diluvio di commenti durissimi. Su Twitter, piovono commenti omofobi e volgari: uno viene ritwittato dall’account di Grillo. In difesa di Vendola arriva Gad Lerner: «Gli insulti omofobi e l’aggressione politica contro Vendola sono bieco squadrismo mediatico, opera di gente che sguazza nel privilegio».