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 2015  settembre 01 Martedì calendario

Turismo da record, con 85 milioni di visitatori la Francia vince la paura dell’attentato a Charlie Hebdo, ma pare che minacce dell’Isis non funzionino neanche a Londra che, ne 2014, ha accolto ben 17,4 milioni di stranieri

Parigi – Come immaginarlo poco più di otto mesi fa? Quando gli attentati di Charlie Hebdo avevano gettato su Parigi un’atmosfera lugubre e sconcertante, nessuno poteva ipotizzare che la Ville lumière e il Paese intero avrebbero salvato la loro stagione turistica 2015. E invece, ora che l’estate si avvia verso la fine, ne sono tutti sicuri: non solo la Francia dovrebbe mantenere il primo posto come maggiore destinazione turistica del mondo. Ma punta a macinare un nuovo record, superando per la prima volta la soglia degli 85 milioni di visitatori stranieri.
In un paese dove il turismo genera il 7% del Pil e dà lavoro a due milioni di persone (e soprattutto va in controtendenza rispetto all’apatia generale dell’economia), è stato il ministro degli Esteri in persona, competente per il settore, Laurent Fabius (abbronzato, ça va sans dire), a presentarsi dinanzi ai giornalisti con le prime stime. L’anno scorso già erano stati totalizzati 83,7 milioni di turisti stranieri ma, secondo Fabius, il traguardo degli 85 è praticamente sicuro a fine anno. Intanto, le prime stime danno per l’estate 2015 una crescita compresa tra il 4 e il 4,5% per il fatturato dei professionisti del comparto, compresi hotel e ristoranti.
Visti facili ai cinesi
L’insicurezza delle destinazioni della costa Sud del Mediterraneo – ha sottolineato il ministro – ha favorito il nostro Paese, sia agli occhi degli stranieri che dei francesi». È una constatazione forse un po’ cinica ma oggettiva: anche se in Francia l’allerta attentati resta altissima (vedi l’ultimo assalto sventato a bordo del treno Thalys), gli attacchi al museo del Bardo a Tunisi e poi in spiaggia a Sousse hanno penalizzato fortemente il Maghreb e le altre destinazioni arabe. Ne hanno beneficiato l’Italia e la Spagna. Ma anche la Francia, numero uno in quanto a presenze. Il «terzetto» ha pure approfittato di altri fattori: una meteorologia clemente per l’estate 2015 (a differenza dell’anno scorso), l’euro debole rispetto al dollaro e alle valute dei Paesi emergenti. E poi perfino i francesi hanno deciso di privilegiare la loro nazione. «Quest’estate per le vacanze il 77% non ha oltrepassato le frontiere, secondo le nostre prime stime», ha dichiarato Didier Arino, direttore di Protourisme, che raccoglie i dati di almeno 900 imprese del comparto.

Una delle ragioni del successo della Francia turistica si chiama comunque Cina. Ora, dopo la svalutazione dello yuan, si teme un rallentamento. «Ma per il momento non si rilevano gli effetti negativi del deprezzamento della moneta, che, tra l’altro, è abbastanza ridotto – ha precisato Arino -. Si vedono invece sempre più quelli positivi del fatto che la Francia riesce ad attribuire il visto ai turisti cinesi al massimo in 48 ore». Era stata una promessa proprio di Fabius agli inizi del 2014. Ed è stata mantenuta: il paese è diventato così la porta d’entrata in Europa per i cinesi, che a fine anno dovrebbero essere due milioni ad avere messo piede in Francia contro un milione e mezzo l’anno scorso. Sono benvenuti, a maggior ragione che spendono molto, più degli altri: sulla Costa Azzurra, ad esempio, sborsano in media 171 euro al giorno contro i «miseri» 60 dei gitanti francesi.
Calano solo i russi
Solo a Parigi, secondo le cifre fornite dal Comitato regionale del turismo, nel primo semestre i cinesi hanno registrato una crescita del 48,9% mentre i russi (loro sì, penalizzati da una forte svalutazione del rublo) sono calati del 39%. Tra coloro che hanno disertato la capitale francese, anche gli italiani (-12,7%). Ma se si considerano globalmente tutti i visitatori stranieri giunti a Parigi, il loro numero è aumentato dell’1,6%, segno che l’effetto Charlie Hebdo è stato rapidamente compensato. Intanto, forme particolari di turismo vivono a livello nazionale un vero e proprio boom: tra luglio e agosto i camping hanno segnato un +9%, i parchi d’attrazione una crescita stimata fra il 6 e il 10%. E addirittura un +10% per il turismo fluviale, i romantici viaggi attraverso tutta la douce France.
Leonardo Martinelli*****


Londra – Fuori dal British Museum, turisti pazienti si mettono in coda e aspettano il loro turno per entrare; altri, cartina in una mano, iPhone nell’altra, affollano le strade intorno a Piccadilly; a ogni ora del giorno, gruppi carichi di bagagli salgono a bordo della metropolitana che collega il centro con l’aeroporto di Heathrow. A Londra il turismo non conosce sosta, e il numero di visitatori continua ad aumentare.
Se l’impero britannico è da tempo scomparso, il Paese continua a irradiare un forte «soft power», anche grazie alla capacità di produzione culturale, da James Bond a Downton Abbey. E la capitale, con i suoi monumenti a ricordo di un passato glorioso, le mostre evento e i teatri del West End, ne è l’espressione massima. In una lista di 20 posti nel mondo da non perdere stilata quest’estate, la «Lonely Planet» ha incluso il British Museum, l’istituto che ospita tesori come la Stele di Rosetta, definendolo il museo più importante d’Europa, con buona pace del Louvre. 
Boom di visitatori
E così, nonostante l’allerta terrorismo sia stata innalzata al grado «severo», il secondo più alto, e il numero di poliziotti nelle strade sia stato aumentato, l’industria del turismo non registra battute d’arresto. Anzi. Il 2014 è stato un anno record per numero di visitatori internazionali nella capitale: 17,4 milioni secondo gli ultimi dati ufficiali, il 3,5 per cento in più rispetto al 2013, per un giro d’affari di circa 16 miliardi di euro. Affluenza record anche nei musei. Secondo London & Partners, la società di attività promozionali della capitale, nel 2014 i musei e le gallerie d’arte sono state visitate da più di due milioni di italiani, con un aumento dell’11 per cento rispetto all’anno precedente.
Olimpiadi e principino 
Il boom degli ultimi anni è cominciato con le Olimpiadi del 2012: si temeva che i Giochi portassero caos nei trasporti di una metropoli già affollatissima, per non parlare dell’incubo terrorismo, e invece sono arrivati miliardi di sterline in investimenti e un’atmosfera festosa che ha contagiato perfino i londinesi più cinici. Inoltre, Londra ha saputo sfruttare i suoi punti di forza, per esempio il richiamo di una monarchia rivitalizzata dal matrimonio di William e Kate e poi dall’arrivo del principino George. 
Ma la vita non è sempre facile per i turisti: le collezioni permanenti dei musei sono gratis, ma le mostre sono costose, e i prezzi ovunque altissimi (un giro sulla London Eye, la ruota panoramica, costa 27 euro); bisogna vedersela con folle agguerrite e gli spostamenti possono essere faticosi, fra traffico (Londra è anche la metropoli più congestionata d’Europa) e una metropolitana soggetta a ritardi e, ultimamente, scioperi. Ma tant’è. Londra per ora non ne risente, e si prepara ad un’altra stagione da record. 
Alessandra Rizzo