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 2015  settembre 01 Martedì calendario

Il doppio messaggio di Gabrielli. Il primo dice che la Capitale ha un sindaco solo che domani rientrerà dalle ferie e che in questi giorni si è fatto sentire «tra un’immersione e l’altra...». Il secondo è che, battute a parte, lui può ancora sciogliere il Comune di Roma

 Il messaggio è doppio: la Capitale ha un sindaco solo – «che è stato eletto e si deve assumere le sue responsabilità politiche» – che domani rientrerà dalle ferie: «Sì, in questi giorni ci siamo sentiti, tra un’immersione e l’altra...». Il secondo segnale che il prefetto Franco Gabrielli manda a Ignazio Marino, battute a parte, è netto: il Comune di Roma rischia ancora di essere sciolto. Non più per infiltrazioni mafiose, «ma per gravi e reiterate violazioni di legge come previsto dall’articolo 141 del Tuel». Dunque «non ci sarà nessuna diarchia, consolato o condominio» in Campidoglio, ma se l’amministrazione Marino non cambierà verso questa volta sarà spacciata: «Non farò – dice – il notaio».
Un ragionamento, quello dell’ex capo della Protezione civile, in linea con il pensiero – espresso su Il Messaggero – del ministro degli Interni Angelino Alfano: «Marino collabori». Di fatto la marcatura a uomo è già partita.
L’AVVERTIMENTO
Guai a chiamarlo super prefetto («Non mi sento super Pippo, né Mandrake»), ma si capisce subito che dopo il consiglio dei ministri di giovedì scorso il raggio d’azione (c’è chi la chiama delega di Renzi) di Gabrielli su Roma è molto, molto ampio.
Non solo Mafia Capitale e i paletti per mettere in sicurezza il Comune, ma anche, soprattutto, il Giubileo. Tutti i dossier su cui è già operativo. E non a caso il chiarimento – «che aspettavo di fare da 48 ore», come ha confessato ai suoi – è arrivato durante il sopralluogo con il governatore Nicola Zingaretti nella sede, sulla Laurentina, del Nue (il 112). E cioè il numero unico per le emergenze, attivo da novembre. Una giornata continuata in prefettura con l’incontro con il vice di Marino, Marco Causi, in vista dell’insediamento della segreteria tecnica per la gestione operativa dell’Anno Santo che sarà composta da dieci persone. E anche questa risponderà a lui, al dominus Gabrielli, ieri alla prima uscita ufficiale.
IL METODO
Ma la vera notizia che attende Marino a Fiumicino, il cui ritorno è previsto per mercoledì, è che la nuttata non è ancora passata. Il Governo vuole capire «come sia stata aggiornata l’ultima foto del Comune scattata con l’accesso agli atti della commissione prefettizia». Che poi è diventata materiale – anche se proponeva lo scioglimento per mafia che non c’è stato – per la relazione di Gabrielli e per quella finale di Alfano. Che non a caso durante il consiglio dei ministri ha rimarcato i «gravi vizi procedurali riscontrati in Comune» indicando i dipartimenti sensibili e gli otto ambiti d’intervento. Anche se finora Marino e l’assessore Alfonso Sabella hanno già attivato una serie di anticorpi: rotazione di tutti i dirigenti, annullamento delle gare ritenute sospette. Nel dubbio il primo atto che proporrà Gabrielli sarà quello di istituire una task force composta da cinque tecnici provenienti dalla Prefettura e dal Viminale che, rimanendo a Palazzo Valentini senza andare in Comune, passerà al microscopio tutti gli atti approvati dal Comune dallo scorso aprile – periodo in cui la commissione d’accesso ha finito di scavare – a oggi. È questione di giorni è partirà la richiesta ufficiale al nuovo segretario generale del Campidoglio Serafina Buarnè. «Valuteremo la legittimità degli atti – è il mantra di Gabrielli – e non l’indirizzo politico, per quello c’è un sindaco democraticamente eletto». Con il quale si incontrerà venerdì per fare il primo punto sul piano di lavoro da seguire nei prossimi mesi «sempre in un’ottica di collaborazione istituzionale».
FUORI DAI GIOCHI
Tirato per la giacchetta – o meglio per il mantello visti i super poteri che tutti gli attribuiscono – Gabrielli ha voluto spiegare, spazzando via una volta per tutte qualsiasi retroscena, che non è attratto dalla politica: «Non mi candiderò a sindaco di Roma, né della città metropolitana né della Regione. E quindi vorrei che certi interlocutori politici si rivolgessero con me in altro modo». Anzi, sull’eterno tema dei pezzi dello Stato (leggi i magistrati) che scendono in campo ha anche detto che per «noi l’elettorato passivo dovrebbe rimanere bloccato per cinque anni» e che le carriere politiche non si possono inseguire nelle città in cui si è lavorato. Adesso, l’ex poliziotto che ha raddrizzato la Concordia, è a Roma.
L’ALLARME
Alle prese con la sfida Giubileo, «il primo ai tempi dell’Isis. («Noi pensiamo che quella del terrorismo internazionale sia una minaccia concreta e reale: non dibbiamo chiuderci dentro ma farci trovare preparati a qualsiasi evenienza»), ma anche di Mafia Capitale. Ecco perché tutte le spese e le gare il Campidoglio farà per l’Anno Santo saranno on line. Con tanto di apposito link sul sito del Comune di Roma. Nel segno della massima trasparenza amministrativa. E qui si ritorna alla «marcatura a uomo» di Gabrielli che altrimenti sarà costretto a spingere il tasto «reset» sulla Capitale.