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 2015  agosto 11 Martedì calendario

«Trovare il violino giusto non è facile, proprio come il compagno di vita. Io ho avuto la fortuna di imbattermi nello Stradivari “Bella Addormentata”. Che naturalmente ho solo in prestito. Mai mi sarei potuta permettere uno strumento simile se il mio sponsor non me lo avesse affidato vita natural durante». Isabelle Faust, solista eccelsa, racconta le anime angeliche e demoniache di uno strumento che, a causa della crisi, finisce sempre più nei musei

«È lo strumento la cui anima più ci somiglia, la cui voce è più simile alla nostra» assicura Isabelle Faust, solista eccelsa del violino, che imbracciò la prima volta a cinque anni e da allora non ha più lasciato. «Anzi – aggiunge – il violino di anime ne ha addirittura due, una angelica e una demoniaca. È sorprendente e inquietante tutto quello che si può fare con lui… Uno strumento molto difficile da controllare, per riuscirci c’è bisogno di impegno totale».
A lei l’impegno certo non manca. Vincitrice a 20 anni del concorso Paganini, Isabelle ha suonato con i direttori più prestigiosi, a lungo con Claudio Abbado, e ora con Mariss Jansons, Daniel Harding, Bernard Haitink. Con quest’ultimo, sul podio della Chamber Orchestra of Europe, lei eseguirà il 25 agosto a Lucerna il Concerto per violino e orchestra K 219 di Mozart. E sarà solo una delle sette serate di cui Isabelle, artista étoile, sarà protagonista al festival elvetico. Che, dedicato quest’anno al tema dello humor, si aprirà venerdì con un’ironica prolusione di Alfred Brendel e quindi con Haitink e la Lucerne Orchestra impegnati nella sinfonia Il Distratto di Haydn e la Quarta di Mahler.
Il giorno dopo l’esordio di Isabelle con L’Histoire du Soldat di Stravinsky. «Il patto con il diavolo, un debutto sulfureo…». Un violino magico, capace di trilli incantatori in cambio dell’anima: un baratto irresistibile. «Quando dicevo che il violino è lo strumento del diavolo non scherzavo. Giocare con le sue corde può essere pericoloso, il rischio è farsi trascinare nei gorghi di un virtuosismo fine a se stesso». Vedi David Garrett, pop star del violino, campione di velocità d’esecuzione. «Un altro mondo, lontano dal mio» garantisce. Tentazioni da guinness dei primati a cui lei non cede. «Da Mefistofele bisogna stare alla larga, so come va a finire. Non per niente mi chiamo Faust…».
E alla sua anima Isabelle ci tiene, almeno quanto alle corde del suo violino, uno Stradivari «Bella Addormentata» del 1704. «Siamo in coppia da vent’anni. Un solido matrimonio», scherza senza tema di ingelosire il marito reale con cui ha un figlio di 17 anni. «Trovare il violino giusto non è facile, proprio come il compagno di vita. Io ho avuto la fortuna di imbattermi nella “Bella Addormentata”. Che naturalmente ho solo in prestito. Mai mi sarei potuta permettere uno strumento simile se il mio sponsor non me lo avesse affidato vita natural durante». Non succede a tutti. «Ormai è sempre più difficile trovare qualcuno disposto a investire milioni di euro in uno strumento. La crisi finanziaria tocca anche il mondo della musica, persino in Germania. E così un grande come Frank Zimmermann ha dovuto rinunciare al “suo” Stradivari, finito nelle maglie di un fallimento bancario. Adesso suona un Guarneri del Gesù». Il problema si pone ancor più per le nuove generazioni. «Sulla classica spira forte il vento dell’Estremo Oriente. I nuovi talenti del violino ormai vengono soprattutto da lì».
Stessa storia per tutti gli strumenti ad arco. Tra quelli costruiti oggi spiccano sempre più i «made in Asia». «Gli apprendisti liutai vengono da tutto il mondo a imparare il mestiere nelle nostre botteghe – spiega Paolo Bodini responsabile dei Friends of Stradivari del Museo del Violino di Cremona —. E lo imparano così bene che molti strumenti ad arco vengono da Cina, Giappone, Corea: un violino costa sui 15mila euro. I grandi pezzi storici del nostro museo li imprestiamo solo per eventi speciali». E proprio all’Auditorium del Museo di Cremona, Isabelle Faust arriverà il 10 ottobre dopo un tour a Bologna, Torino e Milano. Riportando così nella patria di Stradivari la sua «Bella Addormentata», risvegliata per l’occasione da musiche di Haydn, Mozart e Beethoven.