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 2015  agosto 04 Martedì calendario

Ava Gardner e Frank Sinatra, troppo uguali per stare insieme. Un grande amore fatto di litigi («fino a 15 volte al giorno»), di flirt (con l’ex torero Mario Cabré), di gravidanze di lei (una prima e l’altra dopo il matrimonio, entrambe abortite) e di tentati suicidi di lui (due, il primo fu una messinscena, dal secondo si salvò per un pelo)

Frank Sinatra tentò il suicidio due volte: la prima fu (forse) una messinscena, la seconda si salvò per un pelo. La colpa, in entrambi i casi, fu delle pene d’amore per l’attrice Ava Gardner, incontrata nel 1949, e diventata, secondo i suoi amici, «l’unico amore, anzi l’ossessione, della sua vita».
Che la storia tra il crooner e la diva – poi sposati per 6 anni, tra il 1951 e il 1957 – sia stata burrascosa, già dalle origini clandestine, si sapeva; ma il bollettino di queste burrasche, a cominciare dai tentativi di suicidio, emerge ora per la prima volta. Con la pubblicazione, sull’inglese Daily Mail, di una serie di dettagli inediti ricostruiti dal giornalista Randy Taraborrelli, già autore di una biografia del cantante nel 1997. Oggi, a pochi mesi dal centenario della nascita di Sinatra (il 12 dicembre), Taraborrelli torna con una versione più dettagliata della storia tra Sinatra e Ava Gardner.
Che cominciò nel 1948: dopo averla adocchiata su una rivista – e dopo un amorazzo con l’amica di lei Lana Turner, «una predatrice ossessionata dal sesso» – giurò a un amico: «Sposerò Ava». Lei aveva 26 anni; lui 31 ed era già sposato col primo amore Nancy Barbato, che ne tollerava le scappatelle «per non rinunciare alla vita comoda», scrive Taraborrelli. A una cena incontra Gardner. Finiscono quasi a letto, lei scappa. Passa un anno. Lui fa il terzo figlio. A un party la rivede e ci passa la notte. «Di lì», racconta lei, «ci amammo per sempre».
Ava resta incinta e abortisce per due volte (altro dettaglio finora inedito); lui chiede il divorzio, Nancy lo nega, Ava per provocarlo va dall’ex; «The Voice» inscena il primo suicidio. Lei gira un film in Spagna e fa vasta pubblicità a un flirt con l’ex torero Mario Cabré; lui mette mano alle pillole, e tenta di farla finita davvero. Lo trova un cameriere; Ava rientra dalla Spagna. Si sposano poco dopo, a novembre 1951; ma litigano «fino a 15 volte al giorno», tra anelli di smeraldi lanciati dalla finestra e televisori sfasciati, sempre per gelosie reciproche.
«Eravamo troppo uguali», dirà sempre lei. Che non si risposò mai. E che sul comodino dell’ospedale dove morì, nel 1990, teneva solo una foto di loro due. Quando lui lo seppe, racconta il biografo, pianse per giorni. «Ripeteva una sola frase: “Sarei dovuto restare con lei”».