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 2015  agosto 04 Martedì calendario

Re Salman e la spiaggia contesa. Il sovrano saudita aveva fatto recintare il tratto di costa su cui si affaccia la sua villa a Vallauris in Costa Azzurra, oltre ad aver fatto costruire un ascensore esterno per agevolare la discesa a mare (ha pur sempre 80 anni). Le strutture sono provvisorie ma la cosa non è andata giù a residenti e bagnanti che sono insorti con un appello in difesa di una libera spiaggia in libero stato. Così dopo soli otto giorni il monarca ha preso armi e bagagli e se ne è andato, con tutta la sua corte, lasciando le oltre 500 stanze che erano prenotate fino al 13 agosto a Cannes, il servizio di limousine, i fiorai (ricevevano ordini di 15 mila euro al giorno), gioiellieri, ristoratori, negozianti che contavano su tre settimane di shopping sfrenato della nutrita comitiva sulla Croisette

Troppo baccano (mediatico). E il re dell’Arabia Saudita, Salman bin Abdulaziz Al Saud, abbandona con tutto il suo seguito la sua villa in Costa Azzurra dopo appena otto giorni di vacanza, lasciando nell’imbarazzo il governo francese, nella costernazione il settore turistico tra Juan-les-Pins e Cannes, e in pieno trionfo i bagnanti de La Mirandole, spiaggetta contesa fra i villeggianti e il sovrano.
La partenza del monarca, succeduto in gennaio al fratello Abdullah, è avvenuta con circa due settimane di anticipo sul previsto, 48 ore prima che fossero presentate al prefetto di Nizza quasi 152 mila firme raccolte online contro la privatizzazione (temporanea) della spiaggia pubblica sulla quale si affaccia il Castello dell’Aurora, proprietà della famiglia reale saudita dal 1979, dopo essere appartenuta al principe Ali Khan e a Rita Hayworth. Proprio qui la coppia aveva celebrato le sue favolose nozze, nel 1949, quando il palazzo, firmato dall’architetto modernista americano Barry Dierks, si chiamava ancora il Castello dell’Orizzonte, per la vista imprendibile che si gode verso il mare da ogni finestra.
La protesta popolare si è diretta anche contro la militarizzazione dell’area circostante, predisposta dal ministero dell’Interno francese per ragioni di sicurezza: impossibile avvicinarsi anche via mare a meno di 300 metri dai bagni reali. E contro la costruzione di un ascensore (pure lui provvisorio) che avrebbe dovuto permettere all’anziano re, 80 anni il 31 dicembre prossimo, di muoversi più agevolmente tra casa e spiaggia.
Ieri sera, da Riad, una fonte ufficiale ha smentito che la scelta del re di continuare le vacanze nella sua residenza a Tangeri, in Marocco, sia stata dettata dall’irritazione per la scarsa ospitalità dimostrata dal vicinato. Ma nei giorni scorsi, dall’entourage saudita, era trapelato invece il suo malumore per la freddezza con la quale la delegazione era stata accolta al suo arrivo, nonostante il dispiegamento di autorità e di polizia.
La decisione di chiudere la spiaggia al pubblico, durante la permanenza della famiglia reale a Vallauris, sul litorale di Golfe Juan, era stata giustificata da Philippe Castanet, sotto prefetto di Grasse, con la necessità di proteggere l’incolumità del re, come quella di qualunque altro capo di Stato in visita privata in Francia, considerando oltretutto che l’Arabia Saudita è un Paese in guerra. Ma ha scatenato la reazione di un consigliere d’opposizione di Vallauris, Jean-Noël Falcou che ha fatto appello, con successo, all’anima repubblicana ed egualitaria dei suoi concittadini, in difesa di una libera spiaggia in libero stato.
Le diplomazie di Parigi e Riad stanno facendo il possibile per chiudere l’incidente, negandone l’esistenza: Sua Maestà ha «molta considerazione» per il popolo francese, assicurano da palazzo reale, e gli articoli di stampa sulle condizioni del suo soggiorno «non l’hanno affatto disturbato». Anzi: nessun improvviso cambiamento di programma, poiché il viaggio a Tangeri era previsto esattamente nei tempi e modi in cui si è realizzato domenica scorsa dall’aeroporto di Nizza.
Nei vari hotel a cinque stelle di Cannes e dintorni, dove gli accompagnatori del re avevano prenotato 500 stanze fino al 13 agosto, si dubita di questa versione edulcorata dei fatti: la partenza di quella gaudente e facoltosa clientela lascia nella desolazione decine di autisti di limousine, fiorai che ricevevano ordini di 15 mila euro al giorno, gioiellieri, ristoratori, negozianti che contavano su tre settimane di shopping sfrenato della nutrita comitiva sulla Croisette. Neanche la promessa di re Salman di tornare l’anno venturo in quella villa piena di storia (ospitò fra gli altri Churchill) e su quel litorale di non meno prestigiose memorie (dove nel marzo di 200 anni fa esatti Napoleone sbarcò di ritorno dall’Elba) contribuisce a rasserenare i commercianti di Cannes. Ci riuscirà, forse, il gigantesco yacht dell’emiro del Qatar, il Katara, oltre 124 metri di lunghezza, che ha attraccato ieri alla Banchina dei Miliardari del porto di Antibes. La vita continua.