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 2015  agosto 03 Lunedì calendario

La furiosa litigata tra Nadal e il solito bipolare Fognini nella finale di Amburgo e la triste vittoria dello spagnolo, ormai solo un lontano parente del grandissimo tennista che è stato

Il Nadal vincitore ad Amburgo nel 2008 è un lontano parente di quello, ammirevole per la volontà di rimanere tennista, che è riuscito a sconfiggere un Fognini diseguale, squilibrato tra ottime realizzazioni e punti decisivi, nei quali gli sarebbe stata utile una maggior lucidità, dispersa in uno spiacevole litigio con il suo avversario durante un cambio campo.
Nadal, che cercava il conforto di un torneo 500, e cioè di serie B, prima di affrontare le autostrade in cemento americano, sembra davvero la controfigura di chi, negli ultimi dieci anni, fu l’alternativa a Federer. Eguali sono rimasti i tic, le carezze naso sinistro-naso destro-fronte- orecchio destro, l’aggancio ai pantaloncini. Eguali altri automatismi, ma il personale copyright del diritto dal centro-sinistra è affievolito, mentre gli rimane utile, e certo più profondo, il rovescio, che non era stato altro che un colpo di regolarità, in attesa del vincente.
Posso soltanto augurargli di sbagliarmi, di fronte alle immagini tv che ho seguito spesso scorato dalla sua mediocrità, e dall’incapacità di Fognini di valersene, per la terza volta quest’anno, dopo le due vittorie di Rio e Barcellona. Sarei insieme sorpreso e lieto se l’ex-campione riuscisse a ripetersi, nelle prossime gare americane. Ma temo davvero che Rafa sia il primo ad essere uscito definitivamente dai proverbiali Fab Four.