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 2015  agosto 03 Lunedì calendario

«In viaggio con la Boschi» è il titolo di un lungo reportage, che occupa due fogli-lenzuolo della nuova Unità. Un affresco ai limiti dell’agiografia che ha provocato molte ironie sui social network: «sembra la Pravda di Cernenko». Il ministro per le Riforme scivola tra gli stand tra ali di folla adorante, «strette di mano, complimenti, richieste di selfie». Resiste alle tentazioni culinarie tranne in un caso, registrato prontamente: non si può dire di no «al bombolone caldo alla crema»

«In viaggio con la Boschi» è il titolo di un lungo reportage, che occupa due fogli-lenzuolo della nuova Unità. Erasmo D’Angelis, il direttore del quotidiano, di nuovo in edicola dopo tormentatissime vicende, firma il resoconto entusiasta dell’impatto di «Maria Elena» con i militanti delle Feste dell’Unità, da Bergamo a Roma, passando per Padova, Cesena, Imola, Scandicci, Castelfiorentino.
Cambiano gli scenari, non l’accoglienza. Il ministro per le Riforme scivola tra gli stand tra ali di folla adorante, «strette di mano, complimenti, richieste di selfie». Resiste alle tentazioni culinarie tranne in un caso, registrato prontamente: non si può dire di no «al bombolone caldo alla crema».
Che sia lei, Maria Elena, «la più gettonata dai circoli», il vero asso nella manica di Renzi è ormai chiaro. Il quotidiano del partito non si sottrae alla fascinazione e segue la bella ministra nel suo impatto con la base. Belle immagini accompagnano il racconto. Non sono quelle estive, sparate sui settimanali, alcune persino ritoccate. Sono foto vere, nazionalpopolari: Boschi, in maglietta, pantaloni e ballerine, agli stand con i cuochi; Boschi che gira con fatica la ruota della fortuna. Chi l’ha detto che il renzismo non seduce i militanti duri e puri?
Per vedere «la Maria Elena» arriva anche Andrea, che si apposta vicino alla ruota della fortuna: «Non sono del Pd, io anzi voto dall’altra parte, ho 50 anni e finalmente ho un lavoro a tempo indeterminato. Mi hanno fatto il contratto. Grazie davvero, grazie al Job’s Act sono salvo!». D’Angelis fa fatica a registrare con il distacco del cronista: «Quasi quasi si scoppia tutti in lacrime».
Un affresco ai limiti dell’agiografia che ha provocato molte ironie sui social network, sui quali già da qualche tempo la linea iper-renziana del giornale è finita sotto tiro. Una linea su cui anche un giornalista come Massimo Mucchetti, oggi senatore della minoranza dem, ha qualcosa da dire. Tanto da evocare, riferendosi a un servizio sulla riforma della Rai, «la Pravda di Cernenko».
All’ironia di Mucchetti risponde lo stesso D’Angelis, chiamato in causa in quanto «ex eretico» (iniziò la carriera al Manifesto) passato all’«etica della responsabilità». E il direttore non arretra di un millimetro, anzi: «Gli eretici oggi sono coloro che non rallentano e non fermano le riforme, quelle riforme che proprio tu, da grande giornalista quale sei, invocavi un giorno sì e l’altro pure».