La Stampa, 3 agosto 2015
La moda dell’occhiale da sole nero (anche di notte) deriva direttamente dai divi di Hollywood e si è rapidamente diffusa in ogni paese e classe sociale. Oggi portare le lenti scure veicola un doppio messaggio: cela il proprio sguardo agli astanti e insieme chiede di essere riconosciuto come cool (tu sai che io sono cool e io so che tu lo sai)
Interno di un ristorante, nella penombra piacevole in questa calura estiva. Nei tavoli vicini almeno un paio di persone portano occhiali da sole; non lasciano intravedere dove stanno guardando. Sera, sul terrazzo è in corso un aperitivo; quasi tutte le ragazze – trenta o quarant’anni – portano lenti scure, molto alla moda. Al supermercato, uomini e donne con occhiali da sole; li proteggono dallo sguardo degli altri, esprimono riservatezza e mistero.
Come ha scritto Roselina Salemi su queste pagine, la moda dell’occhiale nero deriva direttamente dai divi di Hollywood e si è rapidamente diffusa in ogni paese e classe sociale. Peter Stearns nel suo libro American Cool (1994) ha sostenuto che a partire dagli Anni Sessanta si è affermato il nuovo stile emozionale fondato su due caratteristiche: impersonalità e friendly. I ragazzi e le ragazze che indossano questo tipo di occhiali ha fatto propria, senza saperlo, una delle caratteristiche del mondo degli affari dei trent’anni passati: controllare le proprie passioni, soprattutto in pubblico, in particolare durante meeting, incontri, trattative, là dove sono sconsigliati comportamenti di attacco e di difesa.
Nella cultura della fine del Novecento, che si è trasmessa sino a noi, mostrare emozioni eccessive, come dolore, rabbia, odio, amore, è indice di vulnerabilità e persino d’infantilismo. Le generazioni degli ultimi trent’anni sono state istruite a controllare le proprie passioni, scrive Vito Campanelli in un suo saggio dedicato al cool.
Nel suo libro Stearns fa riferimento alla diffusione, a partire dagli Anni Settanta, dell’utilizzo di massa degli occhiali da sole in contesti in cui non sono necessari: un indubbio indice di coolness. Oggi portare gli occhiali scuri veicola un doppio messaggio: cela il proprio sguardo agli astanti e insieme chiede di essere riconosciuto come cool (tu sai che io sono cool e io so che tu lo sai).
Tutto questo non ha più un valore trasgressivo: l’occhiale da sole aveva il significato di una provocazione, un atto contro le regole del bon ton. Ora indica l’appartenenza a una tribù, la più vasta possibile (unica ma condivisa da tanti, moltissimi, come capita in tutti i fenomeni della moda). Roland Barthes ha intitolato «Gli occhiali neri» uno dei capitoli del suo meraviglioso Frammenti di un discorso amoroso. Vi scrive: «Bell’esempio di negazione: oscurarsi la vista per non essere veduto».