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 2015  luglio 30 Giovedì calendario

Adesso la caccia la stanno dando a lui, Walter James Palmer, il dentista del Minnesota che ha ammazzato Cecil, il leone più popolare dello Zimbabwe, che era oggetto di uno studio dell’università di Oxford. In America è scoppiata la rivolta, e l’organizzazione animalista «People for Ethical Treatmanent of Animals» è arrivata a sollecitarne l’impiccagione

Adesso la caccia la stanno dando a lui. Magari non useranno l’arco e le frecce, ma il killer di leoni Walter James Palmer è all’indice negli Stati Uniti, e non è escluso che finisca in tribunale.
Palmer è un dentista di Eden Prairie, nel Minnesota, che nel tempo libero ha la passione di dare la caccia agli animali selvatici. Appartiene al «Pope and Young Club», che organizza battute legali in tutto il mondo. Ci sono foto che lo ritraggono sorridente e orgoglioso con carcasse di rinoceronti, leopardi, facoceri e alci. La sua specialità è rincorrerli con l’arco e le frecce, per avere il brivido di una lotta selvaggia, condotta quasi alla pari. Già in passato aveva combinato guai, ad esempio quando nel 2006 aveva ucciso un orso nero in Wisconsin, fuori dalla zona dove la caccia era permessa. Stavolta, però, ha ammazzato Cecil, il leone più popolare dello Zimbabwe, che era oggetto di uno studio dell’università di Oxford. In America è scoppiata la rivolta, e l’organizzazione animalista «People for Ethical Treatmanent of Animals» è arrivata a sollecitare l’impiccagione del dentista.
Inseguito per 40 ore
Palmer è andato nello Zimbabwe alla fine di giugno, per dare la caccia a un leone. Si è rivolto a Theo Bronkhorst della compagnia Bushman Safaris, e a Honest Trymore Ndlovu, proprietario di un terreno vicino all’Hwange National Park. I due gli hanno detto che per 50.000 dollari si poteva fare. Quindi il primo luglio scorso hanno legato la carcassa di un animale alla loro auto, e l’hanno trascinata nel parco, per attirare un felino verso la postazione dove lo aspettava Palmer. Quando il leone è uscito dai confini della riserva, entrando in un terreno privato, il dentista ha scoccato la sua freccia. Il felino è rimasto ferito ed è scappato, ma dopo un inseguimento durato 40 ore si è fermato sfinito. A quel punto Palmer gli ha sparato, lo ha scuoiato, e gli ha tagliato la testa per farne un trofeo.
Qualche giorno dopo è stata trovata la carcassa, e a quel punto si è scoperto che il leone ucciso era Cecil, un felino di 13 anni popolarissimo nel parco Hwange, dove era monitorato attraverso un apparecchio satellitare per uno studio condotto dall’università di Oxford. Ovviamente è scoppiato uno scandalo. Bronkhorst e Ndlovu sono stati portati ieri in tribunale, e rischiano fino a 15 anni di prigione. In America invece si è scatenata una campagna contro il dentista, accusato di stupido machismo e di violenza contro gli animali. È vero che un tempo pure Hemingway andava a caccia nella savana, ma l’epoca di quei safari è finita.
Qualsiasi cifra per cacciare
Negli Usa, però, resistono gruppi di cacciatori disposti a pagare qualunque somma, tipo il club di Dallas che nel 2013 spese 350.000 dollari per il privilegio di uccidere un rinoceronte nero in Namibia. In genere questi permessi vengono dati in accordo con le autorità, quando è necessario abbattere animali per il controllo della popolazione. Palmer però ha violato tutte le regole, solo per togliersi la soddisfazione di riportare a casa un trofeo.
La campagna contro il dentista è cominciata online, con centinaia di messaggi di condanna. Presto si è trasferita anche in televisione, dove il conduttore dello show comico serale della «Abc», Jimmy Kimmel, lo ha fatto a pezzi: «Adesso – ha detto con la voce rotta dalla commozione – si impegni almeno a finanziare la protezione di questi animali, per cancellare la percezione che gli americani sono tutti così idioti».
Il comunicato di scuse
Palmer, terrorizzato dalla reazione, si è chiuso nella sua casa fuori Minneapolis, e ha addirittura assunto una compagnia di relazioni pubbliche per gestire la sua risposta. «All’inizio di luglio – ha detto attraverso un comunicato – sono andato nello Zimbabwe per partecipare a una battuta di caccia con l’arco. Ho assunto diverse guide professioniste, e loro hanno assicurato tutti i permessi. Per quanto ne sapevo io, questo viaggio era legale e gestito in maniera appropriata. Non avevo idea che il leone colpito fosse un animale conosciuto e popolare, avesse un collare, e fosse parte di uno studio, fino alla fine della caccia. Mi ero affidato alle guide locali per essere sicuro che tutto fosse legale. Non sono stato in contatto con le autorità dello Zimbabwe o quelle americane riguardo questa situazione, ma sono pronto ad assisterle con qualunque richiesta abbiano. Sono profondamente dispiaciuto per il fatto che la pratica di un’attività che amo, e faccio responsabilmente e legalmente, sia risultata nella morte di questo leone». Le scuse però non bastano più. Lo Zimbabwe ha chiesto la sua estradizione per processarlo, e un parlamentare americano sta indagando per verificare se Palmer ha violato qualche legge degli Usa. Il tempo di Hemingway è proprio finito.